Musica e scienza per un giallo ricco di colpi di scena

di Giovanna Naddeo

Negli ultimi anni si è affermato tra i giallisti più acclamati dalla critica, riscuotendo grande successo di pubblico al Salone Internazionale del Libro di Torino. Classe 1992, maturità scientifica alle spalle e attualmente iscritto alla facoltà di ingegneria biomedica, Davide Bottiglieri è un giovane scrittore da tenere d’occhio nel prossimo futuro. Appassionato di giallistica e fantasy, Davide sta tessendo in tre volumi un’intricata storia ricca di colpi di scena, misteri insoluti e colonne sonore d’eccezione.

Da pochi mesi è uscito “Prove per un requiem” (Les Flâneurs Edizioni), la tua seconda grande fatica letteraria ambientata nella valle del Danubio. Illustraci l’opera.

«Si tratta del sequel di “Omicidi in si minore”, primo capitolo della saga da cui è stata tratta anche una graphic novel realizzata da Salvatore Parola. Questa seconda opera fa chiaro riferimento al Requiem di Mozart che il compositore viennese iniziò a comporre (ma non concluse) in punto di morte. Il thriller si struttura in quattro parti – Requiem Aeternam, Kyrie, Dies Irae, Lacrimosa – (le stesse che Mozart riuscì a scrivere prima di morire) di cui assume “ritmi” e significati. Al centro della narrazione una nuova partita a scacchi tra il protagonista, l’ispettore Ljudevit Alecsandri, e il suo acerrimo nemico».

Quali sono i tuoi modelli di ispirazione?

«Senza alcun dubbio i gialli di Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes. Infatti il terzo appuntamento della saga, attualmente in fase di preparazione, sarà proprio un giallo. Nel frattempo sto continuando il tour di presentazione del secondo libro: a breve sarò in Puglia, Toscana ed Emilia Romagna».

Le tue opere letterarie sono state presentate anche al Salone Internazionale del Libro di Torino con grande successo di pubblico. Qual è la tua opinione in merito alla tempesta di polemiche delle ultime settimane?

«Davvero triste il tentativo di boicottare il Salone del Libro a causa di polemiche spesso strumentalizzate. La politica dovrebbe restare fuori da queste iniziative culturali di così alto spessore volte a favorire il confronto e il dialogo».

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Negli ultimi anni si è registrato un vero boom delle piattaforme di auto-pubblicazione, sia in formato cartaceo che eBook. Cosa pensi a riguardo?

«Non vedo di buon occhio il servizio di auto-pubblicazione perché ritengo abbassi la qualità media della letteratura italiana contemporanea dal momento che salta un passaggio fondamentale, quello della valutazione del lavoro editoriale. Tutti possono scrivere ma non tutti sono scrittori».

Tre consigli che ti senti di dare a un giovane emergente con la passione per la scrittura.

«Leggere molto, affidarsi a una casa editrice seria e professionale e, soprattutto, essere umili. Anche le penne più importanti hanno dovuto rivedere i propri lavori editoriali prima di andare in stampa. La correzione rappresenta un importante momento di crescita professionale».

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