La Federcomtur e Abbac scrivono al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: “Rivedere il coprifuoco”. Con una nota, Claudio Pisapia, segretario generale della Federcomtur e Agostino Ingenito dell’Abbac, propongono un alleggerimento del coprifuoco. «Siamo pronti a ripartire, eravamo pronti a ripartire – scrivono – la “speranza” dell’approvazione del Decreto Riaperture, che sembrava un giusto ed equilibrato compromesso per prepararsi ad affrontare una stagione turistica difficile e piena di incognite, viene stroncata dall’applicazione del coprifuoco».
«Noi di Federcomtur, insieme alle Regioni, ai Comuni, ai Consorzi di Promozione Turistica, al Turismo extralberghiero, stavamo preparando progetti, protocolli e “applicazioni” per arrivare ad avere un’ accoglienza turistica degna di nota con programmazione e fruizione in sicurezza ed in modalità Covid – free della nostra bella Italia, nel periodo estivo», proseguono.
«Tutto ciò, è vanificato: il coprifuoco, è frutto di una politica che rifiuta e ignora il presupposto che l’unica possibilità e opportunità di ripresa del nostro Paese, è il turismo e tutto ciò che ruota intorno ad esso, soprattutto nei prossimi 6 mesi, in considerazione dell’incremento della campagna vaccinale e delle ripercussioni auspicabilmente positive sulle immunizzazioni nel periodo giugno-luglio. Il coprifuoco, è un ulteriore alibi per chi ha fatto fallire le zone rosse, non effettuando controlli e determinando l’inspiegabile aumento dei contagi. Il coprifuoco è il fallimento di chi denota poca conoscenza del nostro Paese».
«In Italia, per questioni climatiche, per usi e costumi, per tradizioni, non è possibile stoppare ogni forma di vita alle ore 22 oppure alle ore 23», spiegano ancora.
Chi propone misure del genere, ignora lo stile di vita delle località turistiche che tra 15 giorni, avrebbero, dovrebbero e potrebbero ricominciare a vivere.
Portofino, Amalfi, Positano, Capri, Ischia, Tropea, Taormina, la Riviera romagnola, Forte dei Marmi, i Laghi, hanno una routine nel periodo giugno-luglio che porta i turisti ad andare a cena passate le 21 e, tra una passeggiata e un gelato, si tira fino a notte inoltrata.
Ci vuole buonsenso, capacità gestionale e conoscenza del territorio , potere di sintesi e ascolto, con la consapevolezza che, gli “operatori” che soffrono da 16 mesi, non possono affrontare ulteriori costi per riaprire in sicurezza, rispettare le regole e non poter godere delle potenzialità naturali della nostra Italia.
La nostra proposta, da condividere in modo sostenibile e in sicurezza con gli adeguati controlli, è quella di posticipare la chiusura alle ore 24, e il rientro a casa all’ 1, salvo deroghe nelle zone a particolare rilevanza turistica.
Il coprifuoco, è la morte dell’accoglienza turistica in Italia, in tutte le declinazioni e in tutti i sensi», concludono.