Salerno al voto nel 2021: stessa spiaggia stesso mare?

di LUIGI CERCIELLO

Era il 1963 ed in Romagna imperversava Piero Focaccia con il suo tormentone musicale; è il 2021 siamo a Salerno e c’è un altro tormentone: Civiche SI o NO? Candidato unico SI o NO? Ritroveremo un 2016 BIS?

Ma la situazione della politica salernitana ad oggi qual è? Più che in spiaggia siamo in “alto mare” e non si vede terra all’orizzonte. “La corazzata Potëmkin” del “Luce e Compagni” scarroccia senza capitano con il suo facente funzioni con il mal di mare in balìa dei tanti piccoli “lucini” che da cotanto padre hanno saputo solo scimmiottare la protervia insolente e non già le ben più efficaci abilità marinare (e di “fritturaro” direbbe qualcun altro). Accade così che l’abbandono nave sia in pieno svolgimento ed i primi nelle scialuppe siano i sottoufficiali pronti ad affrancarsi alla Spartaco. Sono lontani i tempi in cui le parole d’ordine del politico di professione con i suoi elettori consistevano nel “cordiale con tutti, sorridere sempre, non dire mai di NO” ricordo l’eredità di un antico precetto che udii in tenera età “guaglioò il politico, alle persone persone se l’adda mette dint’ ‘o taschino”, anche se personalmente ritengo che l’empatia sia l’indissolubile “Condicio sine qua non” del politico (“Ne resterà soltanto uno!”) non è da disdegnare neanche l’antico precetto. In verità oggi nei partiti si assiste all’esatto opposto: figuri che Il Sommo Poeta avrebbe messo nell’ottavo cerchio della Divina si affannano ad occupare posizioni interne, il primo passo a detta loro per arrivare a Roma (poveri sprovveduti) e una volta occupate, con un atteggiamento dispotico ed arrogante, a tratti offensivo, fanno scappare a gambe levate persino chi gli porta i voti soprattutto poco prima di una competizione elettorale; sono tutti potenziali competitor (purtroppo sono stati allattati con il latte sintetico… Hai! Galeotto fu quel latte di volpe mancato). Eppure sentiamo in continuazione parole come “inclusione, partito aperto a tutti, “parole, parole, soltanto parole ” che spesso celano lo smisurato ego arrivista e narcisista di taluni senza alcuno scrupolo di far terra bruciata per le loro ambizioni a danno in primis del partito di appartenenza e dei loro leaders.

Ma torniamo alle nostre vicende locali …. l’indefinita data delle elezioni comunali di Salerno si avvicina e se la corazzata sta messa male di certo non stanno meglio gli altri avversari.

Nel 2016 il PD non ha neanche presentato il suo simbolo ufficiale, come sempre a Salerno, soggiogata com’è dalla luce perpetua, ma è pur vero che “chi si accontenta gode” ed uno strapuntino sotto le natiche non manca mai; nel mentre la sinistra salernitana (quella vera) soffre di una più che ventennale frustrazione.

Il Movimento cinque stelle nel 2016 non presentarono la lista a causa delle ben note e oscure vicende locali che hanno portato al ritiro della lista dallo stesso Grillo e dell’appoggio di molti Grillo’s boys ad alcune liste civiche e sembra che nel 2021, nella migliore tradizione della politica dei trombati delle trame di Palazzo, un figlio di Salerno, o meglio di Pellezzano, si ricordi infine del “natio borgo selvaggio” e pertanto pare che il buon Angelo Tofalo, sia in lizza per la candidatura a sindaco. Si aprono le scommesse.

Figli delle Chiancarelle, qualcuno direbbe finalmente in campo! Li abbiamo visti sempre sul pezzo, irriverenti e sarcastici, poco propositivi e sempre critici ma a loro dobbiamo l’onore della genuinità e della buona volontà, staremo a vedere.

Ed il centrodestra? I dati elettorali del 2016 sono impietosi: l’emiciclo di destra è andato diviso con una Forza Italia che l’ha fatta da leone (con una serie di abili mosse ed un pugno di mosche) con Udite! Udite! Ben 3.341 preferenze in una coalizione mista mentre Fratelli d’Italia con 1.175 voti e come candidato sindaco l’ex Presidente della Provincia si attesta come “miglior perdente”.

Lo abbiamo detto più volte: l’apice di questa più che ventennale amministrazione è stata ormai raggiunta da tempo ed è iniziata l’inversione ma gli avversari sembrano non essere in grado di cogliere l’occasione. Si affaccia all’orizzonte del 2021 la stessa debacle del 2016 per il Centrodestra, incapaci di vincere anche quando gli avversari perdono. Ognuno degli attori sul palco si comporta da solista, da finto aggregatore, 5, 7, 10 liste già pronte (sarà vero?): chi offre di più?

Come sempre ritroviamo i soliti volti noti, habitué (senza infamia e senza lode), riciclati e saltimbanco di Palazzo Guerra su cui sono stati spesi e vengono spesi fiumi di parole il lunedì mattina bevendo il caffè e leggendo la pagina sportiva. In fondo alla lista troviamo i sognatori ad occhi aperti dell’ultima ora, coloro che si cimentano per la prima volta, tutti pronti con “le loro liste civiche… champagne!”. Ma non c’è da preoccuparsi perché “son tutti uomini d’onore”. Ciò nonostante molto umilmente vogliamo ricordar loro che, mentre dibattono sui “loro” massimi sistemi, dai piani alti potrebbe arrivargli una fredda, freddissima, gelida doccia, perché l’idea che sta prendendo piede di un rinvio delle elezioni dalla primavera all’autunno, potrebbe rivelarsi sbagliata, se come pare ad aprile saremo sommersi da ben 5 vaccini diversi (quando troppo e quando niente!) ed avremo la logistica militare ad occuparsi dell’emergenza vaccinazioni.  Pertanto sarebbe “cosa buona e giusta” che invece di ciarlare a vanvera si concentrassero su nomi e liste perché a tutt’oggi i cittadini salernitani e gli addetti ai lavori vorrebbero sapere chi sono i candidati, sindaci e consiglieri: attenti a non rimanere con il cerino in mano che ci si brucia. La verità è che manca un traghettatore alla politica salernitana, una persona che sappia unire le varie anime e che gli dia una visione politica e pragmatica. Manca qualcuno che insegni loro anche l’”ABC” delle comunali e cioè che il paese è dei paesani: non si può pensare di vincere a suon di slogan puntando sempre e solo il dito contro l’avversario e riempiendo la lista con candidati che non sono della città e/o peggio con un candidato sindaco che non appartiene alla città perché in quel caso la figuraccia è dietro l’angolo. E siamo attenti alle mance elettorali ed al clientelismo che spesso, troppo spesso, la fanno da padrona! Ci vogliono proposte e programmi   ed altrettanti candidati; ci vogliono politici e non politicanti, amministratori e non azzeccagarbugli, ci vuole empatia: questa sconosciuta!  Ed in conclusione; manca il visionario della politica che abbia “una parte di prodezza e tre di stoltezza!”  

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