Lavori in piazza Alario: la denuncia alla Procura dei residenti contro lo scempio

di MIRKO CANTARELLA

Questa mattina alla buon ora, gli operai della ditta con sede a Pimonte, Chierchia Costruzioni (ennesima ditta napoletana che opera a Salerno), in poco tempo, con una fretta quai immotivata, ha recintato parte di Piazza Alario. Dopo aver accantonato in un primo tempo il progetto, l’amministrazione comunale, incurante delle proteste dei residenti e di buona parte della cittadinanza ed incurante delle varie iniziative e delle azioni del comitato “Salviamo Piazza Alario”, ha deciso di operare in loco per portare a termine un vero e proprio scempio ambientale; ovvero l’eliminazione di alcuni alberi secolari e la creazione di un parco giochi in sintetico per bambini e recintato che sembra che nessuno abbia richiesto. A parlare è proprio Ciro Caliendo presidente del Comitato Piazza Alario che ha deciso di farsi simbolicamente incatenare insieme con Maurizio Del Bufalo, altro fondatore del suddetto comitato, alla storica Fontana. Caliendo ha già dichiarato che si è adito alla Procura della Repubblica che sta già indagando sugli atti comunali anche a seguito dell’esposto del 20 luglio scorso.  “E’ un vero e proprio tentativo di distruzione di un bene pubblico – ha dichiarato in diretta facebook anche su Diretta Agorà – come mai per anni non è stata spesa una lira per riqualificare la piazza, per ripiantumare gli alberi ammalati che poi sono stati abbattuti? Come mai la storica fontana è abbandonata al suo degrado così come il Belvedere poco più su e invece poi escono soldi per questo scempio?” Ricorda poi la prima vittoria avuta con un esposto al Tar per il garage multipiano che fece in modo di archiviare tale progetto. C’è stato più volte un tentativo di collaborazione con il Comune dando loro una linea guida su come potrebbe essere funzionale la piazza rispetto all’abominevole opera in cantiere ma che poi non ha avuto riscontro dall’amministrazione.

Sulla questione è intervenuto anche l’avvocato Oreste Agosto: “Noi cittadini abbiamo cercato di interloquire con la pubblica amministrazione per evitare lo scempio della storica Piazza Alario. Purtroppo l’amministrazione comunale come al solito non ci ascolta e la sovrintendenza al pari ha rilasciato una tipica e illegittima autorizzazione paesaggistica senza vedere il progetto reale. Non si tratta di un piccolo parco giochi ma di uno stravolgimento totale dell’area di piazza Alario. Stamane dopo la notizia della messa in opera del cantiere e della recinzione di parte dell’area di piazza Alario, abbiamo presentato con i cittadini una richiesta di sequestro preventivo alla Procura della Repubblica di Salerno. Come al solito si deve arrivare all’extrema ratio della magistratura perchè l’amministrazione non dialoga e non fa partecipare i cittadini alle scelte fondamentali della vita di questa città”.

Edoardo Scotti in modo amareggiato, ricorda sulla pagina del Comitato, come negli anni questo quartiere è stato letteralmente deturpato dalle sue origini di quartiere aristocratico: “In pochi decenni è stato privato prima del mare, con la costruzione del porto e del suo cemento, dei suoi container, delle sue gru, dei suoi rumori e con i fumi puzzolenti delle navi; poi gli è stato negato il cielo, con la realizzazione del viadotto Gatto, monumento alla violenta brutalità del cemento armato, da cui cala sui palazzi il “profumo” dei gas di scarico di camion e tir; poi dinanzi all’ultimo scorcio che restava del lungomare e del golfo, si è ritenuto di costruire  quel “capolavoro” di architettura che è il Crescent sul cui giudizio si oscilla fra l’orribile e l'”aspettiamo che finiscano i lavori prima di essere così severi”. Siamo certi che ora il Comune voglia ricompensare il quartiere per i tanti sacrifici con una messa a dimora di uno splendido giardino per piazza Alario. Sarebbe poco ma almeno risulterebbe un atto di buona volontà.

Qualcuno sostiene che vorrebbero farne un parco giochi per bambini in materiale sintetico e chiuso da grate e cancelli per impedirne l’uso di notte.Non ci crediamo. Non può essere. Altre grate, altri cancelli, altre sbarre, altri lager”.

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