di Andrea Pellegrino
Tra Cava de’ Tirreni e Salerno, lo sfottò non è mai mancato sui campi di calcio. La rivalità tra Salernitana e Cavese è roba antica. E ci sta anche. Lo stesso vale per Salerno e Napoli. Storico il detto “se Salerno avesse il porto, Napoli sarebbe morta”. Il siparietto di questi giorni non riguarda lo sport o la voglia di primeggiare rispetto ad un’altra comunità ma le Luci d’Artista.
Protagonista il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli. Tessera di partito: Pd. La stessa di Vincenzo De Luca ed Enzo Napoli. Ma non solo. Vincenzo Servalli è anche consigliere provinciale e candidato mancato alla presidenza della Provincia di Salerno. La premessa è d’obbligo per inquadrare il personaggio. Ebbene, capita che il primo cittadino metelliano, nel bel mezzo della seduta del Consiglio comunale, durante il suo intervento dica testualmente: «Se tu metti i limoni chi cacchio deve venire». Per poi proseguire: «I nostri cugini (salernitani) sono gelosi della nostra movida e fabbrica del turismo». Dichiarazioni che vanno oltre l’ironia e che ben presto potrebbero trovarsi scritte nere su bianco sul verbale della seduta del Consiglio comunale.
Immaginabile la reazione dei salernitani. Parole che hanno fatto storcere il naso alla stessa amministrazione comunale e, dunque, ai consiglieri. Le premesse ci sono tutte per una vera e propria crisi diplomatica all’interno del partito democratico salernitano, con conseguenze anche interne alla maggioranza di Cava de’ Tirreni. Intanto per i prossimi giorni si dice il governatore De Luca voglia incontrare direttamente Enzo Servalli. Un faccia a faccia che si prospetta tutt’altro che tranquillo. Insomma, la è palla al centro, solo che stavolta non è un campo di pallone.