Italia Nostra e No Crescent: “Risarcimento danni da 400 milioni di euro”. Appello verso la fine: 1 giugno ultima udienza

di ANDREA PELLEGRINO

Chiedono le condanne, la confisca del Crescent e un risarcimento danni da 400 milioni di euro, Italia Nostra e No Crescent intervenuti oggi nel corso della tredicesima udienza dell’Appello Crescent. Gli avvocati Bellucci (Italia Nostra) e Agosto (No Crescent) – che rappresentano le parti civili – hanno ripercorso tutte le tappe della lunga vicenda. Durante l’ultima udienza la Procura ha chiesto le condanne per Vincenzo De Luca e altre sette persone, tra cui tecnici e imprenditori. L’Appello secondo il calendario dovrebbe concludersi il primo giugno. Stabilite le prossime date: 9 aprile, 7 maggio e 28 maggio per la sentenza, poi, l’1 giugno. Naturalmente salvo imprevisti.

«Il Tribunale in primo grado (processo conclusosi con l’assoluzione di tutti gli imputati, ndr) – spiega l’avvocato Agosto – non ha tenuto in alcun conto la corposissima perizia dei consulenti della Procura della Repubblica, né tantomeno delle perizie delle associazioni ambientaliste. Il Tribunale non ha valutato numerosi documenti». «Il Tribunale non ha considerato incredibilmente la prova dell’accordo di De Luca con la Crescent srl. L’allora sindaco – prosegue – ha addirittura firmato il contratto di 9 compravendita dei diritti edificatori del 15.10.2010 rep. 52034 per Notaio Monica, con la società Crescent srl, inserendo una clausola che garantiva la società privata, nel caso in cui i ricorsi giurisdizionali delle associazioni fossero stati accolti. Il Comune di Salerno in tal caso avrebbe risarcito l’edificazione eseguita dalla società privata. Attività illecita che è stata stigmatizzata dal Consiglio di Stato». Ma ancora sottolinea l’avvocato Agosto: «Le responsabilità penali, amministrative e contabili di Vincenzo De Luca sono ancor più aggravate dalla sua triplice funzione: non solo sindaco di Salerno, ma anche presidente e componente della Giunta Comunale oltreché assessore ai Lavori Pubblici, la cui delega durante i suoi diversi mandati ha tenuto sempre per sé senza mai conferirla ad alcuno. Il sindaco, ha poi anche firmato provvedimenti concernenti il procedimento paesaggistico che esorbitano dalle proprie competenze politiche, essendo attribuite dalla legislazione nazionale e regionale ai Dirigenti comunali. Il capo dell’amministrazione comunale, nella nota 15/05/2007 era ben consapevole che l’area da sdemanializzare per l’attuazione del sub-comparto di Santa Teresa doveva essere di oltre 45.000 mq e non di soli 26.000 mq. circa. Ancora oggi circa la metà dell’area non è stata sdemanializzata, né mai potrà esserlo Il comparto e il sub comparto 1 sono totalmente abusivi e comunque inattuabili ed insanabili».

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