Frana Olivieri, Agosto (Ali): “Procura e Ministeri approfondiscano”

Scrive alla Procura della Repubblica, ai ministeri e al Prefetto di Salerno, l’avvocato Oreste Agosto – in rappresentanza del gruppo civico “Ali per la Città” – in merito alla nuova frana che ha interessato il costone dell’Olivieri lungo l’ex Ss18 tra Vietri sul Mare e Salerno 

«In passato, molte denunce sono state presentate, purtroppo senza effetto, con riferimento ai lavori di ‘trapanazione’ delle gallerie del progetto di Porta Ovest che starebbero seguendo un percorso completamente difforme da quello approvato, incuneandosi apparentemente senza preliminari indagini geologiche (salvo errore) in un terreno fragilissimo, con due canne di galleria lunghe ciascuna 2 chilometri, e intercettando e deviando copiose falde acquifere interne», spiega l’avvocato Agosto. «Questi lavori sono oggetto di un giudizio presso il Tribunale di Salerno a carico di 21 indagati per rilevate, apparenti, irregolarità secondo quanto emerso anche dalle dichiarazioni rese in sede di udienza dal progettista, l’architetto Pica Ciamarra, che ne ha disconosciuto la ‘paternità’. Come rilevabile dalla documentazione del tempo, il progetto elaborato dal professionista aveva ricevuto tutte le previste autorizzazioni amministrative e anche l’approvazione finale da parte del Consiglio Superiore dei LL.PP. nel novembre del 2011». 

«Due anni fa, la stampa cittadina ha diffuso la notizia di una richiesta di risarcimento da parte della società di gestione della A/3, per l’importo di 1 milione di euro, in conseguenza di danni subiti dalle fondazioni del ponte c.d. dell’Olivieri e, più recentemente, altra notizia è apparsa in ordine ad accertamenti congiunti tra l’Autorità Portuale del Tirreno Centrale, la Regione Campania, la Società Autostrade, Anas, Ferrovie dello Stato e non precisati altri enti interessati, per la verifica della tenuta del costone e di tutta la montagna di San Liberatore. Altre verifiche sarebbero state disposte in vista dell’utilizzo di esplosivi per la prosecuzione dei lavori e, nei giorni scorsi, risulta che personale incaricato stia ispezionando le costruzioni e i fabbricati posti lungo via Croce al fine di acquisire il corredo fotografico dello stato di fatto», prosegue. 

«Il cantiere di Porta Ovest costituisce, oggi, un pericolo incombente, con potenziali rilevantissimi rischi a carico del territorio, dell’ambiente e della vita/salute dei cittadini. Nato per dare una strada di accesso da Ovest alla Città, secondo le accuse dello stesso progettista sarebbe stato piegato ad “autostrada per il Porto” e, secondo quelle della magistratura, sarebbe divenuto terreno di interessi particolari inconfessabili. Ancora, considerata la lunghezza delle due canne, risulta invasivo e costituisce una minaccia per la vita di chi si servirà di quelle gallerie, soprattutto in salita, con massimo carico, e nella denegata ipotesi di incidenti». 

« La vicenda – dice ancora l’avvocato Agosto – necessita di una immediata riflessione, in considerazione dell’ultimo episodio franoso, da parte degli organi competente. Auspico , quindi, un approfondimento da parte delle autorità coinvolte, ciascuna per quanto di diretta competenza e responsabilità. La cittadinanza ha diritto di conoscere la verità su un’opera che viene portata avanti nella più completa assenza di informazioni sugli aspetti strutturali, sia per ciò che si è fatto, sia per ciò che si intende fare, anche con riferimento alle conseguenze in termini di inquinamento acustico e ambientale apportato da migliaia di tir in transito quotidianamente nella parte più storica e di maggiore valore paesaggistico della Città. Il tutto, non trascurando l’enorme dispendio di somme di danaro della intera collettività. Il prevalente interesse dei cittadini non può essere mortificato da un progetto sorto per la mobilità della Città, forse poi piegato al servizio di interessi particolari, che nulla apporta in termini di sviluppo alla Comunità nel suo complesso e che scarica la “parte sporca” di un lavoro da cui altre realtà traggono beneficio. Se poi tali scelte fossero improntate a una gestione opaca dell’opera, allora veramente sarebbe provata la volontà perversa di curare egoisticamente interessi particolari sulla “pelle” di una Comunità indifesa», conclude. 

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