La Costiera martoriata e i mancati interventi (che non portano voti)

di Andrea Pellegrino

Questa volta la mano di Sant’Andrea c’è stata tutta. Poteva essere una strage in termini di vite umane, lo è stata comunque per il paesaggio nuovamente sfregiato, maltrattato, distrutto. Da anni la Costiera Amalfitana paga un prezzo altissimo. Solo lo scorso anno numerosi smottamenti misero in ginocchio la Divina Costiera ed, anche in quel caso, solo per una fortunata coincidenza non si contarono i morti.

Un paesaggio martoriato dall’incuria, dall’abbandono, dalla mancata manutenzione di costoni rocciosi, di fiumi, di canali e torrenti. Una lezione quella di Atrani (qui perse la vita la giovane Francesca) che nulla è servita, come non sono servite le successive. Un nuova tragedia scampata per le vite umane ma una nuova e pesante tragedia per il territorio, per la mobilità, per la già compromessa (causa Covid) economia del territorio.

La Costiera Amalfitana chissà per quanti mesi resterà spezzata a metà, proprio all’altezza di Amalfi. Verso Positano sarà impossibile transitare così come da nord a sud e occorreranno nuove misure per agevolare la viabilità, semmai via mare.

Da tempo si invocano interventi, poi, come sempre lo sguardo volge da un’altra parte, fino alla nuova frana, al nuovo smottamento. La lista delle dichiarazioni è sempre lunghissima, più corta quella di coloro che sono in campo il day after, quando c’è la necessità di mettere mano a progetti e fondi che per la politica non portano voti ma sono ormai indispensabili per il territorio e soprattutto per salvare vite umane. Non è più il caso di sfidare la sorte, in Costiera si è tirata la corda.

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