‘La felicità? Ve la do io!’, il nuovo libro di Alessandra Hropich

di Alessandra Hropich

Nasce il mio secondo libro “La felicità? Ve la do io!” Quando mi rendo conto che la gente non si ama ma sembra attendere tutta la vita qualcuno in grado di colmare l’immenso vuoto d’amore che ha.
In tal modo si cercherà sempre invano qualcosa perché solo noi stessi possiamo amarci senza variazioni.
Un concetto semplice ma molto raramente applicato. Ciascuno sente il bisogno di essere apprezzato, benvoluto, amato ed è sempre un appoggiarsi a qualcuno, questa crea dipendenza ed illusione. 
La felicità è invece individuale, non dipende da nessuno se non da sé stessi. 
Già ma il problema di molti è la paura di restare soli con loro io, ecco perché ci si butta a capofitto nel lavoro o in qualunque altra situazione o relazione che non faccia mai restare ciascuno nella propria solitudine, si teme un dialogo con la propria anima che si ha solo quando non si è con gli altri, non si lavora o non si ha nulla da fare se non pensare.  
Il vero punto è che, oltre alla paura di mettersi in discussione, cosa possibile solo mettendoci a nudo senza nessuno che ci ascolta e poi giudica, si preferisce anche evitare lo sforzo di pensare. 
In fondo, la felicità ha un costo, ci costa il pensare.
Mentre l’ infelicità non costa nulla, non richiede alcuno sforzo perché è la banalità a costo zero.
Ma accettando l’ infelicità come la regola e la felicità come eccezione, non ci si accorge di scivolare sempre più verso il basso.
Già perché non basta voler essere felici se non si vuole fare nessuno sforzo con la mente.
Tipico degli infelici è l’ attribuire colpe di tutto agli altri, al sistema, tutti sono responsabili di qualcosa mentre in realtà ciascuno è responsabile verso sé stesso della propria infelicità, nessun altro.
Un campanello di allarme della propria felicità è quello di accorgersi delle proprie emozioni perché l’ anima comunica con la superficie attraverso le emozioni. 
Una bella frase non mia descrive bene il tutto: ” Tutto passa nella vita fuorché ciò che hai ballato.
Non con chi!”
Ovviamente il “ciò che hai ballato” sta per “l’ emozione “
Quindi io me ne muoio di vedere gente ballare, sempre  intendendo le emozioni che si debbono provare ogni giorno per qualsiasi banalità, se non ne proviamo, lì dobbiamo preoccuparci.
Ho conosciuto, ne parlo ampiamente nel libro sulla felicità, persone estremamente felici come bambini alle prese con un nuovo gioco e non sto parlando di giovanissimi anzi intendo persone semplici ma felici di creare qualcosa ogni giorno, gente ben lontana da chi crede di trovare la felicità senza pensare, senza cambiare una virgola di sé stessi, solo attendendo il miracolo di un evento che li renda felici.
Le storie che racconto nel libro riguardano persone comuni che sanno emozionarsi di tutto, quasi fosse per loro un esercizio quotidiano da non trascurare mai.
Non serve rincorrere posti di comando, tentare di conquistare persone irraggiungibili o recarsi verso mete paradisiache, la vera felicità si può provare senza rincorrere nulla, o meglio, rincorrendo solo la propria anima, con lei dobbiamo fare i conti e solo con lei dobbiamo metterci a nudo.
Tutto il resto è illusione.

Bye Alessandra Hropich 
Scrittrice, opinionista e Relatrice Convegni su tematiche sociali e attinenti la psicologia, autrice articoli ed interviste su diversi giornali. 
Addetta Stampa.
Molto attenta alla psicologia umana. 

Per informazioni sul libro: 
https://www.youcanprint.it/fiction-generale/la-felicit-ve-la-do-io-9788893320665.html

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