di LUIGI CERCIELLO
È l’ennesimo fallimento del centro destra quello che si intravede in virtù delle prossime amministrative della città di Arechi?
E proprio vero non è il centro sinistra o meglio De Luca & C. ad essere forti, ma sono gli “avversari” ad essere poco sostanziosi e decisi e lo si deduce dai numerosi problemi che il centro sinistra salernitano e lo stesso De Luca stanno avendo nella composizione delle proprie liste complice anche i numerosi abbandoni. Un’occasione, ghiotta, unica, per il centro destra salernitano che se continua nella sua latitanza senza dare una vera alternativa alla città, ed in modo rapido, rischia fortemente di perdere in una situazione ad oggi vantaggiosa per essa.
Troppi “duces” (parola grossa per questi personaggi in cerca di uno strapuntino) che si contengono la leadership a candidato sindaco, in mezzo ad un fiorire continuo delle solite liste civiche “ad personam”, nessuno veramente all’altezza ma tutti ammantati da nobili ideali e da civismo “puro”.
I nomi, sempre gli stessi, personaggi che in una cittadina di poco più di 130.000 abitanti sono ormai conosciuti da tutti, e volano i “pettegolezzi politici”, giusti o sbagliati che siano. Capita così che anche i partiti (locali), allo sbando, cerchino disperatamente una scialuppa di salvataggio pur di non fare una pessima figura.
Purtroppo ancora una volta il centro destra in città è privo di un programma serio e credibile che catturi l’attenzione dei cittadini, disposti sì a cambiare, ma per niente convinta dagli attori in campo, per cui tra il certo e l’incerto non vede alternativa; la stessa che probabilmente potrebbe essere il cosiddetto terzo polo civico che si sta costruendo.
Manca al centro destra una linea seria e credibile, meglio se appoggiata dalle segreterie nazionali che al contrario danno da sempre per scontato la citta per perdente e quindi cedibile sul tavolo delle trattative. A pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini salernitani ormai arresi al supplizio tantalico deluchiano.
In verità c’è qualcuno che vuole superare le politiche nazionali e tenta di trovare qualcuno che gli offra un’ancora di salvezza, qualcuno disposto a scendere ad un accordo con qualche sacrificio, facendo un passo indietro per fare un salto in avanti per operare un vero cambiamento; ma il paradosso è che non c’è nessuno degli altri partiti della futura coalizione di destra che lo ascolti. Purtroppo Salerno, ma in verità ognuno di noi, paga da decenni non solo lo strapotere del “Luce” ma soprattutto una legge elettorale nazionale, quella dei listini bloccati, che fa sì che “l’eletto se ne freghi” delle richieste dei cittadini, del suo popolo locale, e sprechi tutte le sue energie a rincorrere il fondoschiena dei leader di partito.
Tutto ciò si palesa in una totale assenza dei parlamentari locali non solo nei temi a cuore ai cittadini ed alle loro risoluzioni ma anche fisicamente visto che appaiono come figure eteree solo nelle ultime fasi delle campagne elettorali. Il risultato è l’abbandono dei territori con conseguenze catastrofiche a livello di produttività e di economia locale con aziende che delocalizzano e giovani che abbandonano le loro famiglie per cercar fortuna altrove, ma questa è un’altra storia. Enorme è il divario tra le elezioni amministrative dove il consigliere deve andare a caccia di voti con un rapporto uno ad uno e le elezioni politiche che invece opera un distacco pressoché totale dal rapporto individuale con il corpo elettorale. In effetti a ben vedere in queste condizioni ben venga il vincolo di mandato poiché di fatto l’art. 67 della Costituzione, rende il parlamentare privo di alcuna responsabilità o meglio una molto aleatoria responsabilità politica di rappresentanza della Nazione. Ormai l’alibi della libertà di “cambio casacca” per tutelare i propri elettori di fatto è appunto solo un alibi per vendersi al miglior offerente al foro boario romano.
Il Covid la data delle elezioni incerta, completano il gioco: lo stesso già visto alle elezioni regionali in Campania, stesso copione, stesso epilogo? Sta a noi!