Per me era stato un idolo della giovinezza, un idolo insostituibile sia come uomo che come giocatore, poi è diventato un amico. Era veramente una persona da cui attingere solamente sentimenti positivi. Lascia un grande vuoto perché è un pezzo di calcio italiano che se ne va”.
Così ha dichiarato in merito alla scomparsa di Gigi Riva, Pierpaolo Marino, ex Direttore Tecnico dell’Udinese, durante la trasmissione “Cose di Calcio” in onda tutti i martedì sera su Cusano Italia Tv.
L’ex DT dell’Udinese si è poi soffermato sulla polemica riguardante la classe arbitrale di Serie A: “La classe arbitrale mi convince, ultimamente non mi convince il VAR – ha proseguito – devo dire però che tecnicamente hanno difficoltà enormi perché i regolamenti sono diventati molto difficili da applicare e interpretare. A livello tecnico sono arbitri importanti, ma va migliorato il meccanismo del VAR. Servirebbero grandi ex giocatori perché hanno le conoscenze per poter operare in quella sede e sarebbe un consulto più competitivo per l’arbitro che è in campo. Il problema viene dall’International Board della Fifa che ha varato delle regole che in realtà non sono scritte ma sono un protocollo e, come si sa, sono interpretabili soggettivamente”, ha precisato Marino.
Cori razzisti su Maignan, su questo Marino ha continuato dicendo: “L’episodio di sabato col Milan mi ha profondamente colpito. Udine è stata sempre la qualità dei friulani e dei suoi abitanti, tant’è che poi ho deciso dal ‘98 di stabilirmi qui. La città di Udine è una città antirazzista convinta e, quindi, sulla società non c’è bisogno nemmeno di ricordarlo. La multietnia dei giocatori dell’Udinese arriva dagli anni 90”, ha voluto precisare Marino. “Allora nel calcio si sentiva di tutto e di più e nessuno interveniva, c’era discriminazione territoriale, di razza, di tutto. Ma già allora l’Udinese era un modello in questo. Ora la società dei Pozzo va in un tritacarne in cui è ingiustamente maciullata, ma ci tengo a dire che si tratta di una società che ha applicato sempre principi di parità fra le etnie”, ha dichiarato Pierpaolo Marino.
“Quando 25mila persone si raccolgono in un posto ci può essere di tutto. Ma questo non vuol dire che i 25mila sono tutti cretini o delinquenti. La società ha fatto bene a isolare questo imbecille, perché pare che si tratti di uno o due persone. Spero che intervenga in secondo grado l’organo disciplinare per correggere questa decisione che punisce un pubblico che non ha motivo di essere coinvolto in questo”.
Sempre su Maignan: “Dobbiamo essere tutti dalla parte di Maignan, inchinarci a lui e chiedere scusa per i cretini. Magari farlo anche cittadino onorario di Udine, come vuole fare giustamente il sindaco. Per colpa di pochi, sono stati puniti tutti quelli delle tribune e questo mi dispiace. È stato un episodio che Udine non meritava”.
Riguarda invece Samardžić e Pèrez? “Nelle ultime ore di mercato può succedere di tutto, non solo il Napoli ma anche molte società li vorrebbero. Credo che l’Udinese cercherà di trattenerli ma poi molto dipende dalla volontà dei giocatori”, ha ribadito Marino. E sul padre di Samardžić: “Con me è stato assolutamente corretto, sia in fase di trasferimento, sia nel mandare avanti il rapporto. Veniva spesso a farmi visita in ufficio, abbiamo avuto un rapporto molto costruttivo e trovo strano che siano accaduti tutti questi episodi”.
Infine alcune parole sulle voci del passaggio di Massara alla Roma. “Abbiamo una classe di direttori sportivi giovani emergenti che sono molto bravi. Su Massara posso dire che avendolo valorizzato io a Pescara- l’ ho avuto anche come giocatore insieme ad Allegri- lo conosco benissimo. È un ragazzo straordinario, competente, serio, un lavoratore umile e non posso che dire bene di lui. Alla Roma ultimamente i direttori sportivi esotici, esteri non hanno fatto cose straordinarie a dire la verità, quindi, dovessi dare consiglio disinteressato, direi di prendere un italiano perché sa già mettersi nel contesto in maniera adeguata”, ha concluso Marino.