di Luigi Cerciello
Spesso non ci facciamo caso ma le nostre città sono piene di vie intitolate a varie persone, donne e uomini che si sono distinti nella loro vita per i più svariati motivi (alcuni Comuni oltre ad intitolare la via scrivono anche una breve epigrafe che riporta data di nascita, morte e il “ruolo” avuto nella storia). La seconda guerra mondiale, come ben sappiamo, è piena di storie di donne e uomini, distintesi e distintisi per il loro valore ed il loro estremo spirito di sacrificio, uno di questi è sicuramente il salernitano, tenente di artiglieria, Leonardo Guerriero (di nome e di fatto). Il nostro concittadino si è distinto durante tutta la sua carriera militare, fino alla fine, tanto da meritare una medaglia al valore e in tempi moderni una via a Salerno. Siamo in Africa, in Libia, precisamente a Giarabub (un luogo ricco di storia il cui nome purtroppo a molti non dirà nulla); si tratta di un piccolo centro abitato (fortificato) al confine con l’Egitto, altamente strategico per le vie di comunicazione e non solo. Questo piccolo pezzo d’Italia in Libia sarà il teatro di una delle più eroiche battaglie italiane, esempio di eroismo italiano, tanto da valere l’encomio del feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel (soprannominato “la volpe del deserto”) e “L’Onore Delle Armi” degli stessi avversari anglo australiani. Il presidio italiano era comandato dall’allora Maggiore salvatore Castagna che poteva contare su di un discreto armamento e circa 2.100 uomini in armi tra cui vi era il nostro tenente Leonardo Guerriero che comandava tra l’altro i mezzi cosiddetti celeri (automezzi per lo spostamento veloce su cui erano state montate mitragliatrici da 20/77). A seguito dell’offensiva inglese dell’8 dicembre del 1940 su Sidi El Barrani le forze italiane furono costrette a retrocedere; l’unico presidio di confine che riuscì ad opporsi a tutti gli attacchi fu quello di Giarabub che resisteva e contrattaccava eroicamente. Circondati e con le linee di rifornimento tagliate la guarnigione, con decisione unanime, decise spontaneamente ed eroicamente di non arrendersi e di continuare a combattere; particolare che merita di essere sottolineato è quello del gesto (passato alla storia) di bruciare tutti i fazzoletti bianchi nel caso in cui qualcuno volesse arrendersi. I combattimenti andarono avanti per mesi dando filo da torcere agli anglo australiani e solo il il 21 marzo 1941, dopo nove mesi di combattimenti quasi ininterrotti, ormai stremati e decimati, gli italiani furono sopraffatti. Il maggiore (poi generale) Castagna nel suo libro “La difesa di Giarabub” ricorda più volte il tenente Guerriero come un “valoroso ufficiale” e nel descrivere l’episodio che lo portò alla morte scrive: “L’eroico ufficiale, seriamente ferito, non volle scendere dal camion. Investito in pieno da un altro fascio di proiettili, cadde sull’arma. Fece un gesto con la mano, per indicare al servente di continuare a far fuoco, e spirò”. I suoi resti mortali furono in seguito sottratti al deserto, nel luogo dove i suoi commilitoni, catturati dal nemico, lo avevano seppellito ed oggi giacciono nel cimitero di Salerno. Il tenente Leonardo Guerriero per il suo atto di eroismo, di attaccamento al dovere, senso di responsabilità e amor di Patria ricevette la Medaglia Al Valor Militare. Uomo integerrimo ed esempio di virtù umane morali e militari meritò anche il ricordo da parte del sindaco di Salerno Alfonso Menna che volle intitolargli una via ed oggi, con i tempi che corrono, più che mai occorre ricordare questi uomini, questi nostri concittadini, che con il loro sacrificio hanno onorato noi e la nostra terra e magari prenderli anche un po’ come esempio per ritrovare quei valori, quei principi che distinguono un popolo e lo uniscono, rendendolo forte e fiero nelle avversità, capace di combattere e superare qualsiasi cosa.