Strasburgo: giallo sul voto delle delegazioni italiane sulla direttiva che penalizza il patrimonio immobiliare degli italiani

di Luigi Cerciello

Si è votato martedì 14 a Strasburgo in seduta plenaria la direttiva “Case Green” nell’ambito del “Fit For 55%”:  il pacchetto di riforme e regolamenti promulgate dall’Unione Europea incentrate sulla lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, inoltre la questione drammatica dell’approvvigionamento di gas e dell’indipendenza energetica scaturita dal conflitto russo ucraino ha acuito l’esigenza di diminuire i consumi energetici dando così una spinta determinante all’approvazione della direttiva. 

 In breve ogni paese membro UE dovrà stabilire standard minimi di efficienza energetica per gli edifici entro il 2027 che andranno a regime nel 2030.

Secondo il testo della Direttiva approvata, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, la classe di prestazione energetica “E” entro il 2030, e “D” entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D). si tratta praticamente, graficamente parlando, delle stesse classi che vediamo quando andiamo a comprare la lavatrice o il frigorifero: avremo così l’appartamento in classe “A” e quello in classe “G”. In questa classificazione di efficienza energetica, la classe G dovrà corrispondere al massimo al 15% del patrimonio edilizio nazionale con le prestazioni energetiche peggiori. “L’impennata dei prezzi dell’energia – ha dichiarato il relatore Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE) – ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”; la replica del Governo italiano non si è fatta attendere: “La direttiva sulle Case Green approvata in Parlamento europeo è insoddisfacente per l’Italia. Anche nel Trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”. Lo afferma il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto.

Cosa cambierà per le case degli italiani? Se non verrà modificata in maniera sostanziale, la Direttiva UE avrà un fortissimo impatto sul patrimonio edilizio italiano. Si stima che quasi l’80% degli edifici residenziali avrà bisogno di un adeguamento energetico. Tradotto in numeri, vuol dire che per raggiungere gli obiettivi europei da qui al 2050 bisognerebbe completare ogni giorno diverse migliaia di ristrutturazioni, con un impegno insostenibile per il settore edilizio italiano, pertanto le problematiche che questa norma comporterà per la vita ed il patrimonio degli italiani non sono di poco conto.

La prima ricaduta pesante sarà sul valore degli immobili che si vedranno fortemente deprezzati a vantaggio delle nuove costruzioni; la seconda sarà il forte aumento (speculazione) dei materiali utilizzati per l’aggiornamento e adeguamento degli immobili esistenti (abbiamo già osservato il fenomeno con il famoso 110%); il terzo riguarderà, come detto, l’impegno del comparto edilizio in termini occupazionali (la manodopera specializzata scarseggia) e di approvvigionamento di materiali (richiesta dei materiali superiore alla produzione) e non è da escludere poi infine una successiva revisione degli estimi catastali che in questo caso sarebbe una logica conseguenza assieme agli aumenti di IMU, rogiti notarili e mutui più lunghi e costosi se rapportati alla rata media attualmente sostenibile. Moltissimi sono i temi che riguardano la casa che andrà a toccare la normativa anche per le locazioni. Sono ovviamente previsti anche delle agevolazioni e degli incentivi ma sono da definirsi in ambito locale nazionale ma sappiamo quanto sia critica la situazione finanziaria attuale dell’Italia.

Si comprende quindi come la direttiva approvata ieri con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni abbia provocato spaccature e confusione all’interno degli stessi schieramenti; c’è stato infatti anche il giallo dell’eurodeputata del PPE Lucia Vuolo (Forza Italia) che alcune testate giornalistiche hanno affermato aver votato a favore della direttiva, notizia smentita dalla stessa parlamentare sui social e sull’ANSA. Tra gli italiani che hanno votato SI c’è la delegazione del Pd, dei Verdi e del M5S; Sandro Gozi, di Renew e segretario del «Partito Democratico europeo, ha votato SI mentre Nicola Dant e Giosi Ferrandino, di Italia Viva-Renew si sono astenuti. Anche il gruppo dei liberali non ha votato in maniera compatta dividendosi tra contrari e astenuti.

C’è da dire che non tutto è perduto: La direttiva Non è l’atto finale, perché manca ancora il Trilogo, L’iter che porterà all’approvazione definitiva del testo. Per il momento la direttiva è stata votata e approvata dalla Commissione Industria del Parlamento Europeo e nella plenaria del Parlamento Europeo, passerà ora nel cosiddetto Trilogo, un negoziato tra Commissione, rappresentanti del Parlamento e Consiglio dell’UE e solo dopo l’approvazione del testo finale, la direttiva dovrà essere recepita da ciascuno Stato membro. Un ruolo importantissimo in questa fase avranno i rispettivi deputati nazionali in seno all’europarlamento che avvieranno i negoziati con i governi dell’UE per concordare la forma definitiva della normativa.  Questo significa che oltre a non essere imminente la sua attuazione, la direttiva potrebbe essere rivista e resa meno penalizzante per l’Italia: sta agli elettori vigilare sui deputati perché questi ci tutelino nel migliore dei modi e ricordare loro che le prossime elezioni europee si avvicinano.

La rettifica del voto dell’onorevole di Forza Italia europarlamentare Lucia Vuolo

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