Limen, il dito e la luna nella città che esclude i giovani

di Andrea Pellegrino


Se qualcuno fosse entrato prima di Limen all’interno della Fondazione Menna o Casa del Combattente si sarebbe accordo dell’odore di chiuso. Se qualcuno fosse entrato dopo Limen si sarebbe accordo della presenza di ragazze e ragazzi, senza distinzione di apparenza, razza o lobby. Ebbene si, la tempesta in un bicchier d’acqua che si è scatenata in questi ultimi giorni, dal sapore politico, guarda il dito è non la luna. Un pò come accade sempre nella città di Salerno. Sugli spazi ma soprattutto sulle possibilità che questa città offre, ci sarebbe molto da scrivere partendo da dati oggettivi. Ci sono associazioni che hanno sedi, consiglieri comunali imparentati e finanziamenti pubblici comunali per le proprie attività. Ci sono sedi occupate a pochi euro, con vista mare, da importanti Fondazioni finanziati ampiamente anche dalla Regione Campania. Ci sono spazi presi d’assalto da associazioni che vengono finanziate egregiamente dal comune di Salerno per invitare le stesse persone, gli stessi scrittori, allo stesso posto, nella stessa stagione. Ma ancora, la lista potrebbe allungarsi con le porte chiuse a musicisti e artisti che ci sono dall’ormai inavvicinabile Teatro Verdi, fino all’Arena del Mare, in appannaggio di un unico (e costoso) evento estivo che esclude tutti i salernitani. Sulle feste poi, la storia della Stazione Marittima insegna come una struttura di accoglienza marittima e turistica possa trasformarsi in un PalaEvento o come un balcone comunale possa essere tribuna del Capodanno in Piazza o peggio ancora l’Augusteo. Una leggerezza quella di Limen? Sicuramente. Verrebbe da dire “So’ ragazzi” e aggiungere, quei pochi rimasti a Salerno e che sognano ancora di vivere e semmai costruire qualcosa di buono in questa città, nonostante le continue porte chiuse ricevute dalle diverse istituzioni e l’assenza totale di spazi di aggregazione. Nella città in cui “le clientele non sono reati”, trenta candeline spente in una sede che accoglie giovani, non possono scandalizzare. Forse Limen andrà via e la Fondazione Menna potrà nuovamente ritornare alle sue vecchie attività.

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