Non c’è pace per via Francesco Paolo Volpe la centralissima via che collega l’ex piazza Malta al Trincerone

di Luigi Cerciello

Le buche comparse all’improvviso ed i tombini “tombati” dall’asfalto, prima ancora l’illuminazione che da mesi continua a mancare nonostante le lamentele di residenti e commercianti che devono ringraziare le luci dei locali commerciali che illuminano la strada (quasi quasi dovrebbero farsi pagare dal Comune) se qua e là riescono a vedere qualcosa; con la chiusura però calano le tenebre. Questa è la situazione che salernitani e turisti diretti ai vari bed e breakfast in zona si trovano a sopportare. In molti si arrangiano come possono illuminando la strada con la luce dei telefonini per non imbattere in qualche grazioso ricordino lasciato da qualche “animale” di padrone e rovinare per terra a causa dalla pavimentazione sconnessa mentre come al solito l’amministrazione latita tanto come dice il detto: “Articolo quinto: chi tène ‘mmano à vinto!”  ed ora hanno anche la scusa: devono risparmiare sulla bolletta. Insomma non bastavano le inefficienze di sempre, le restrizioni anti covid, gli aumenti smisurati delle bollette ed più in generale di ogni bene o servizi a causa dell’aumento enorme del costo del motore energetico nazionale e la conseguente, a breve, inflazione e crisi economica, mancava la ciliegina finale da quei fenomeni di amministratori comunali di fresca nomina ma di vecchissima data: pare infatti stiano preparando un’altra amara sorpresa per i commercianti, la deroga all’occupazione dei suoli pubblici KAPUT il 31 marzo con la fine dello STATO DI EMERGENZA. Ed ha tutti non rimane come al solito solo una cosa: lamentarsi! Per poi farsi intimidire o farsi fare fessi ancora una volta alle prossime amministrative tanto alla fine “Franza o Spagna, purché se magna” anche se questa volta toccherà stare a stecchetto ed allora come oggi continua nei secoli il vizio nazionale: “…un Paese in cui da sempre signorotti locali e prìncipi viziati, ma anche la classe politica del momento han sempre avuto atteggiamenti meschini, rissosi e campanilistici, incapaci di pensare ad un futuro – sistemico e condiviso – di prosperità. Ergo? Meglio appoggiarsi o direttamente mettersi al servizio, dell’una o dell’altra fazione pur di salvare un minimo di potere entro le “proprie” mura, attorno al proprio orticello, sotto il proprio campanile.

Francesco Guicciardini, XVI secolo

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