“Il nostro Coraggio è quello di fare una scelta che in realtà non dovrebbe richiedere coraggio, ma rappresentare il corso naturale degli eventi. Il vero atto coraggioso è riuscire a spiegarlo e spiegarci nei confronti dei cittadini: perché “avere Coraggio” forse è troppo spesso confuso con l’idea di “essere vincente”, in contesti sociali dove pochi trovano conveniente convincere tanti che ci sia sempre in ballo una gara, una partita, una disputa, una guerra, dove c’è chi vince e c’è chi perde.
In politica le partite da “giocare”, per chi ragiona così, sono sempre e solo le elezioni”. Così in una nota i rappresentanti del gruppo Coraggio di Salerno.
“In tale scenario, il linguaggio usato dell’aspirante vincente è un continuo paradosso, dove la “semplicità” viene schiacciata da un gioco al rialzo di arroganza, violenza, superficialità. Il nostro Coraggio è quello di recuperare innanzitutto nuove “impostazioni sociali e comunitarie”, quindi anche nuovi modi di porsi e comunicare nei confronti dei cittadini: oggi vogliamo provare a comunicarvi “semplicemente” che per noi le elezioni non sono e non possono essere l’ombelico del mondo politico, bensì sono una “semplice fase di passaggio”, in quello che dovrebbe essere un complesso percorso di responsabilità e impegno, essere un complesso percorso di responsabilità e impegno, nei confronti di un territorio e dei suoi abitanti.
“A chi ha avuto il coraggio di arrivare a leggere fin qui, possiamo finalmente dire con semplicità che Coraggio Salerno è nata per intraprendere questo tipo di percorso complesso e il nostro Coraggio si riferisce proprio a tutto ciò: non si tratta di una sfida contro qualcuno, di creare un nuovo ennesimo club di “tifosi a scadenza” elettorale, riducendo tutto a un gioco per spartirsi ciclicamente il traguardo. Nell’arco di 7 mesi, nel pieno di una pandemia che ha reso globale il concetto di distanziamento sociale, abbiamo creato un’immensa comunità, frutto dell’incrocio tra tanti mondi, di attivismo, associazionismo diffuso, volontariato laico e cristiano, sociale e culturale, di ecologismo, femminismo, professioni, studenti, pensionati e segmenti della società che avevano bisogno di stare insieme o di ritrovarsi. Anche questo, soprattutto questo è fare Politica e crediamo che una comunità di cittadini abbia sempre bisogno di ricordare e alimentare questo principio”.
“Siamo consapevoli che la rappresentanza sia fondamentale per una comunità, sarebbe patetico e ipocrita non ammetterlo, perché siamo sinceri dicendo che le elezioni erano uno dei nostri obiettivi. Ma, semplicemente, abbiamo scelto di rinunciare alla partecipazione a questa competizione elettorale, un po’ perché impreparati a gestire un livello di interlocuzione politica sclerotica e distante dalla cittadinanza. Ci siamo resi conto che stavamo rischiando anche noi di impantanarci nella gabbia delle dinamiche elettorali fini a sé stesse”.
“D’altra parte, siamo sempre stati per l’unità e non per la divisione, ma non c’erano più le condizioni per creare compattezza e per contrastare la frammentazione di chi vuole proporre un altro modello di città, alternativo ad un blocco di potere che amministra il territorio da quasi 30 anni. Si tratta di una realtà certamente complessa e variegata, una peculiarità non necessariamente negativa o da non confondere con la frammentazione, causata puntualmente da qualcuno che, a sua volta, utilizza gli stessi metodi e soffre degli stessi mali di un sistema che dice di voler cambiare. Ecco cosa per noi richiede davvero coraggio: mettersi continuamente in discussione. Questo è vincente, per il territorio e solo di conseguenza per noi. Provare a porsi in continuazione le domande giuste per trovare risposte alle esigenze della nostra comunità: gruppi di lavoro, gruppi di quartiere, aggregazione, partecipazione dal basso, per i diritti di tutte le persone. Questo è stato e continuerà ad essere Coraggio. Coraggio Salerno resta quindi vivo e attivo, a lavorare per la città. Tra di noi c’è sicuramente chi andrà via e chi rimarrà, ma tutte le esperienze e i contributi che riceverà questo progetto resteranno vive. Per noi è fondamentale non creare un ceto feudale politico, bensì un Metodo Politico al di là delle persone che lo sviluppano, che consenta di riconquistare dignità e partecipazione nelle decisioni, quelle che riguardano la città e non stanno in capo a pochi amministratori, che servono a rappresentare ma non a farsi delegare tutto il potere da comunità passive”, concludono.