di ANDREA BIGNARDI
Il coordinatore cittadino della Lega: “Le responsabilità di un distacco dalla coalizione si vedranno in un secondo momento. Noi non abbiamo paura di affrontare la campagna elettorale da soli”
“Non saremo di certo noi a sfasciare l’unità del centrodestra”. Così il coordinatore cittadino della Lega Rosario Peduto si esprime in merito alle recenti vicende della coalizione in vista delle prossime elezioni amministrative che, Covid permettendo, si terranno in autunno, tra settembre ed ottobre. Apertura al dialogo e disponibilità al confronto, con un approccio diplomatico anche alla fuoriuscita dell’Udc di Aniello Salzano dalla coalizione, saranno le linee guida dell’azione del Carroccio nei prossimi mesi, con l’obiettivo di evitare il disastro del 2016, quando alla battaglia elettorale concorsero ben sei candidati differenti di area. “Non è il momento delle responsabilità – afferma Peduto – Si tireranno le somme soltanto quando, più vicini temporalmente alla battaglia, ci sarà qualcuno che si sottrarrà ad eventuali indicazioni dei vertici dei partiti di coalizione, nazionali e regionali, ad un’eventuale candidatura unitaria”.
Si avvicina la tornata elettorale delle amministrative eppure il centrodestra ancora non riesce a trovare l’unità. Ci sono responsabilità precise e se si di chi sono?
“Per quanto riguarda le responsabilità del centrodestra faccio un ragionamento diverso. Cerco di capire le ragioni delle azioni di tutti. Credo che il centrodestra paghi lo scotto di una paura della partita elettorale contro il sistema deluchiano e contro un assalto finale personalistico. C’è come la paura dell’assalto finale al fortino deluchiano che si va a ripercuotere contro le ragioni della comune battaglia. Si torna sempre alle solite: di fronte alle capacità di pensarsi insieme di fronte ad una battaglia importante alcuni speculano e cercano di intraprendere battaglie personalistiche. Come Lega abbiamo cercato di perseguire ed analizzare l’obiettivo dell’unità, accordando le varie anime verso un progetto comune, prima ancora di definire nomi e programmi. Fin dal primo incontro che abbiamo promosso nel novembre scorso abbiamo detto che occorreva ragionare in termini unitari, ed è quello che sollecitiamo al di là delle fughe in avanti. Rispetto ai tentativi di disgregazione del centrodestra, a questo punto non ci saranno più alibi una volta che sarà definito il candidato unitario. Chi non si aggregherà sarà responsabile della mancata unità del centrodestra”.
Il suo approccio all’addio dell’Udc alla coalizione ed all’accordo Salzano – Napoli è stato tutto sommato diplomatico, a differenza di quello tenuto da altri attori del centrodestra. Come mai?
“La riflessione che ho fatto a mezzo social è stata quella di esprimere l’impossibilità di additare qualcuno delle proprie responsabilità. Io spero di continuare a lavorare per L’Unità del centrodestra e di valutare le posizioni degli amici dell’Udc in seguito ad un ragionamento unitario. Nel momento in cui gli ambiti regionali dei nostri partiti sia a livello regionale che nazionale andranno a definire un candidato comune allora sarà l’ora delle responsabilità. Inutile, al momento, è inserirsi in meccanismi di polemica. Al momento assisti, cerco di comprendere queste ragioni e di evitare che queste diventino realtà all’evidenza dei fatti. Credo che la Lega abbia avuto un atteggiamento – sin dagli inizi – di grande responsabilità intorno alla battaglia elettorale che andremo ad affrontare tra settembre ed ottobre. Pur avendo dato la disponibilità di candidati per una battaglia comune, su tutti il nostro consigliere comunale Dante Santoro, ci siamo messi sempre in attesa rispetto alle posizioni degli alleati. È un atteggiamento che paga perché, grazie a Dio, alcune sensibilità anche all’interno dei partiti hanno cercato comunque di far fronte alla disgregazione finale, cercando di scongiurare quell’incubo verificatosi nel 2016, quando il centrodestra arrivò alla partita elettorale con almeno sei candidati di area. Ci siamo comportati di conseguenza, e questo bisogna riconoscerlo”.
L’ipotesi Michele Tedesco può essere ancora recuperabile?
“Credo purtroppo che non ci sia più possibilità di tornare sulla sua candidatura perché siamo fuori tempo massimo, anche se in cuor mio spererei fosse un progetto ancora praticabile. Il centrodestra si sarebbe allargato nel suo perimetro culturale e sociale a quel gruppo di Oltre, con amici che hanno deciso di contestare il modello deluchiano dopo averlo sostenuto, avendone constatato la vacuità del suo progetto. A quell’ipotesi avevo dato sempre seguito perché avevo immaginato la possibilità di dare finalmente alla città una candidatura di assoluto spessore e di grande qualità, in cui si riconoscevano anime che venivano da mondi diversi e che decidevano di dare l’assalto finale ad un modello amministrativo che dopo trent’anni di occupazione della città non riusciva a creare condizioni per un futuro diverso della città che andasse oltre le ragioni della famiglia regnante. Per me è stata una grande occasione che voglio credere non sia sprecata del tutto”.
La corsa solitaria per la Lega sarebbe un’ipotesi percorribile in assenza di accordi?
“Il nostro consigliere comunale, Dante Santoro, è una risorsa per tutto il centrodestra: ne è stato il candidato più votato in città alle scorse regionali, viene da una dura battaglia di opposizione fatta in questi cinque anni al sistema deluchiano; per questi motivi abbiamo deciso di offrire al tavolo di centrodestra la sua disponibilità alla candidatura ma abbiamo, con lui, sempre affermato che volevamo anzitutto servire il centrodestra ma non servicene. Certo, non abbiamo paura di affrontare l’ agone elettorale anche da soli, abbiamo candidati che scalpitano ed entusiasmo che cresce. Ma non saremo di certo noi a sfasciare il centrodestra”.