Peduto: “Salerno fra il fallimento della città turistica ed il recupero della vocazione produttiva”

di Rosario Peduto

Salerno ha assunto il volto, demografico ed urbano, che ancora oggi conosciamo quando – fra il 1955 ed il 1970 – Alfonso Menna, sindaco indimenticato di questa città, creò le condizioni per fare di essa una realtà anzitutto produttiva ed industriale, dove trovarono occupazione e lavoro tante persone che – dalla provincia e non solo – qui si trasferirono per vivere con le proprie famiglie. Salerno visse a quel tempo un periodo di caotica crescita urbanistica ma non poteva essere altrimenti per un tessuto urbano che, nel giro di pochi anni, si trovò’ a raddoppiare – o quasi – i propri residenti. Da allora la città non è più cresciuta demograficamente ma anzi ha dovuto subire, negli ultimi anni, una contrazione importante del numero dei suoi abitanti. Perché questo? Cosa è successo nel frattempo??? Qualcuno, adombrando futuribili fasti, ha pensato bene di disarticolare del tutto la “città produttiva” per fare di Salerno una “nuova Salerno, con un rinnovato volto urbano che la trasformasse in una novella capitale dell’ attrazione turistica…risultato??? Salerno sta per diventare oggi sicuramente una capitale ma della “disoccupazione”, fra una dimensione turistica praticamente al palo ed una rete industriale oramai del tutto cancellata. Ragion per cui l’ impegno di una nuova agenda di governo della nostra città non può prescindere più dalla riformulazione di una storica vocazione della città, attraverso la ricostruzione di una nuova area per insediamenti industriali e logistici che, legandosi ad una ipotesi di sviluppo del porto commerciale in altra e più utile allocazione, come anche alla deliberazione di condizioni di appetibilità per investimenti in tal senso, dia finalmente una risposta strategica alla divorante fame di lavoro della nostra terra ed alla tremenda stagione di crisi economica “inaugurata” qui – come altrove – dalla pandemia.

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