di Matteo Maiorano
«Puntare sull’arte per diminuire drasticamente la disoccupazione». Sta avendo un grande successo la terza edizione di Nowart organizzata dal salernitano Antonello Diodato Guardigli. Il gallerista di InArte Werkkunst ha riportato a Salerno un evento d’arte contemporanea richiamando nella città l’interesse per la disciplina che sembra aver trovato una sua dimensione. L’artista, che ha partecipato in passato anche alla biennale di Venezia e regalato opere a capi di stato, porta la sua “salernitanità” in giro per il mondo.
La terza edizione Nowart a Salerno sta avendo un grande riscontro da parte del pubblico…
«Non siamo nuovi ad eventi di questo genere, che solitamente richiamano un discreto numero di persone. Il fatto che mi entusiasma maggiormente è aver vissuto quest’appuntamento nella mia città natale, nonostante fossi stato lontano diverso tempo. Posso ritenermi soddisfatto e sto pensando di organizzare un’altra mostra di qui a breve a Salerno ancora migliore, chiamando a raccolta un numero minore di artisti ma che hanno già avuto un certo riscontro a livello nazionale, che vantano già delle battute d’asta. Il luogo di riferimento sarà sempre il Museo diocesano, perché è davvero un sito importante. Magari occuperemo qualche sala in più ma non farò una collettiva, porterò esclusivamente tre artisti della mia scuderia. Saranno esposte anche opere del sottoscritto».
Come ritrova la città a distanza di anni?
«Ho fatto una passeggiata in centro e visto le luci: devo dire che lo scorso anno mi piacevano di più».
Sarebbe giusto dal suo punto di vista far rientrare gli artigiani salernitani nel lavoro complessivo delle luminarie?
«Io penso che bisogna puntare sull’arte e sulla cultura in generale. Il 70% del patrimonio artistico mondiale appartiene all’Italia, è parte delle nostre radici. Investendo in quello che già abbiamo si ridurrebbe drasticamente la disoccupazione. Vanno organizzate strutture per fare in modo che il nostro paese cambi mentalità. In Germania non c’è tutta l’arte che abbiamo noi, eppure sono organizzati talmente bene che tutte le parti interessate traggono giovamento: alberghi, trasporto, c’è sintonia tra le varie componenti che insieme sviluppano un sistema perfetto. Un grande regista inglese realizzò in tridimensionale l’eruzione del Vesuvio: ebbe un successo inaspettato. Addirittura una persona ha richiesto i reperti per realizzare l’opera. Noi qui abbiamo realmente frammenti del passato e non sfruttiamo le enormi opportunità che ne possono conseguire per l’intero apparato economico. Se ci uniamo con le istituzioni, parliamo nelle scuole, inculchiamo l’importanza dell’arte ai più piccoli sono sicuro che le cose possano cambiare».
L’arte a Salerno riveste un ruolo importante dal punto di vista socio-economico?
«Come sottolineato da più addetti ai lavori ci sono imprenditori salernitani che la fanno da padroni nel settore artistico. Io che sono salernitano organizzo mostre in tutto il mondo e porto la mia città in ogni dove, sono felicissimo delle mie origini che conservo molto bene nonostante viva al nord da 27 anni. Le prossime tappe dell’evento saranno Amburgo e Berlino in Europa, andremo poi a Dubai. Ci sposteremo successivamente nella cittadina cinese di Weifang. Quest’ultimo lavoro sarà affiancato dal comune di Sarnico perché alcuni imprenditori cinesi hanno rilevato i cantieri Riva della cittadina bergamasca. Cerchiamo di essere presenti ovunque perché questo ci permette anche di vendere le nostre opere ad un pubblico variegato e dai gusti disomogenei».