Salerno e la sua storia

di Giuseppe Cacciatore*

Devo manifestare il mio plauso per l’iniziativa che “Cronache della Sera” ha voluto proporre ai suoi lettori: dedicare settimanalmente un breve articolo divulgativo ai principali e più significativi momenti della storia di Salerno. La storia delle città, dai primi insediamenti umani fino alle futuribili città dei nostri tempi, è la forma più antica di conoscenza del processo di civilizzazione dell’umanità.

La città diventa l’involucro fisico entro il quale si organizzano i livelli più complessi di vita associata. Ma la città è anche il luogo dove storia e vita, la grande storia degli eventi e i sentimenti, le passioni, le aspettative, i comportamenti dei suoi abitanti si intrecciano indelebilmente. A questo approccio intende ispirarsi la serie di articoli che faranno seguito a questa mia introduzione. Salerno non è una grande metropoli e spesso la sua storia è stata, per ovvi e comprensibili motivi, offuscata dall’ingombrante presenza di Napoli, la grande testa, come spesso si è detto, che ha teso a fagocitare le realtà provinciali e non solo in Campania. Tuttavia anche Salerno ha avuto una grande storia che, in non pochi momenti del suo scorrere, ha sopravanzato la metropoli partenopea.

La città ha alle sue spalle un secolare percorso che si intreccia – a proposito di mescolamento di razze, culture e costumi, tema oggi più attuale che mai – con il sorgere e il succedersi del dominio bizantino (dal 536 al 646) e poi di quello longobardo, divenendo nel 786 capitale della Longobardia minore con il principe Arechi II – al suo nome è stato intitolato lo stadio dove gioca la Salernitana. Ma il periodo di maggiore splendore fu indubbiamente quello normanno sotto la guida del principe Roberto il Guiscardo che si insediò nel castello che era stato di Arechi nel 1076. Salerno diventa così capitale di un regno che si estende per buona parte dell’Italia meridionale. Sono di questo periodo i monumenti che ancora oggi attirano migliaia e migliaia di turisti: il complesso monumentale di S. Pietro a Corte con la cappella palatina voluta da Arechi II e, sotto il regno di Roberto il Guiscardo, la reggia di Castel Terracena e il Duomo dedicato a San Matteo e consacrato nel 1084 da Papa San Gregorio VII, che vi fu anche seppellito.

Durante il regno normanno fu impresso un grande impulso alla Scuola Medica Salernitana che è stata il primo e più famoso centro europeo di studio e di pratica medica e dove insegnarono non solo uomini ma anche donne. Qui mi fermo per lasciare spazio e argomenti agli articoli successivi. Ma prima devo ricordare un altro evento che resta a segnare il ruolo di Salerno nella nostra storia nazionale. Il 12 settembre del 1943 tra Paestum e Salerno vi fu lo sbarco alleato che diede inizio alla liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista.

Dal febbraio al luglio del 1944, Salerno fu la capitale dell’Italia. Da qui iniziò la costruzione di un paese di nuovo libero e delle sue istituzioni democratiche. L’ultimo atto del governo di Salerno fu l’ordine del giorno che invitava il nuovo governo trasferitosi a Roma a deliberare il referendum per la Repubblica e a convocare le elezioni dell’assemblea costituente.

*Presidente della Società Salernitana di Storia Patria

Cronache della Sera

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