Riconteggio voti al Comune: atti potrebbero finire in Procura

Il caso nel caso, il Comune trema ancora: voti in più rispetto ai votanti nelle sezioni verificate, la Commissione ministeriale d’Accesso potrebbe approdare a Palazzo Guerra per accertare regolarità dei voti delle amministrative. Iannone interroga il ministro dell’Interno che è già a lavoro sul caso Salerno. Si attende relazione del Prefetto Russo

di Brigida Vicinanza

Tutta questione di “conti”…che non tornano. Il caos sul riconteggio dei voti delle amministrative del 3 e 4 ottobre, sembra essere legato a doppio filo con la bufera giudiziaria che si è abbattuta su Palazzo di Città. Da un lato proprio l’inchiesta su cui sono al lavoro gli inquirenti con gli interrogatori ancora in atto dei presidenti delle cooperative sociali e di tutti gli attori principali iscritti al registro degli indagati, dall’altro lato i riconteggi su cui gli addetti ai lavori stanno lavorando per dare alla luce quella che sarà la nuova amministrazione comunale a Palazzo di Città: si viaggia su due binari diversi certo, ma pur sempre paralleli e probabilmente – al netto delle geometrie e delle regole – questi si incontreranno. Dalle schede controllate – infatti – notizia di pochi giorni fa è che in alcune sezioni (fino a questa mattina erano solo 27 quelle verificate) messe sotto la lente di ingrandimento, ci sarebbero molti più voti rispetto ai votanti iscritti al registro. Se si considera il numero complessivo di sezioni presenti a Salerno (152) le incongruenze potrebbero essere molte di più. Campanello d’allarme che potrebbe suonare e far approdare il caso (con conseguenti atti e verbali ufficiali) in Procura per la verifica del caso. Insomma, un vero e proprio caso nel caso, dopo i famosi “audio whatsapp” di pressioni sul voto – da parte degli indagati (agli arresti domiciliari) Gianluca Izzo e Umberto Coscia – che hanno portato gli inquirenti ad accendere un faro sul Palazzo. Ma ci sarebbe di più: dopo i vari interventi e richieste di chiarezza della parte politica di opposizione (il senatore in quota Fratelli d’Italia Antonio Iannone su tutti), il ministro dell’Interno – Luciana Lamorgese – è intervenuta sul caso e avrebbe inviato una lettera alla Prefettura di Salerno, investendo della situazione il Prefetto Francesco Russo, chiedendogli una relazione dettagliata sui fatti che potrebbe permettere così di inviare una Commissione ministeriale d’Accesso al Comune di Salerno che verifica – appunto – la regolarità delle operazioni di voto delle recenti amministrative. “Oggi (ieri, ndr) presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno affinché venga fatta chiarezza su quanto accaduto nei seggi elettorali a Salerno – aveva scritto Iannone sui suoi social –  durante lo scrutinio per le elezioni comunali. Il seggio centrale per la verifica dei voti ha certificato che in molte sezioni risultano più voti attribuiti degli stessi votanti. È doveroso che il Ministero faccia piena luce considerando anche le pesanti ombre giudiziarie che gravano sul voto nella città di Salerno”. Appello al ministro che era arrivato anche dalla senatrice Luisa Angrisani: «Le indagini che hanno travolto il comune di Salerno, alcuni dirigenti comunali e quella parte del sistema politico che governa la città da anni è solo la punta di un iceberg su cui vanno accessi i riflettori della trasparenza», aveva dichiara la senatrice de L’Alternativa c’è, qualche giorno fa, chiamando in causa la Lamorgese: «Il cosiddetto “Sistema Salerno” emerso dopo due anni di indagini su appalti pubblici gestiti da alcune cooperative ha messo a nudo una connivenza che non può non essere attenzionata dal ministero attraverso l’invio di una commissione di indagine sull’andamento amministrativo del Comune di Salerno. Per questo ho presentato un’interrogazione sui fatti di Salerno per i quali è indagato anche il sindaco Vincenzo Napoli. Una commissione di indagine sarebbe una garanzia per tutti, soprattutto per chi non ha nulla da temere». Ci si muove così su più fronti, arrivando alla ribalta nazionale e provando a mettere in ordine la questione e facendo così tremare un sistema ben radicato, con radici “antiche e profonde” che ha attanagliato la città per tanti, troppi anni. Un sistema di favori che adesso si attorciglia su se stesso, non lasciando tranquilli i suoi protagonisti, che fino ad oggi erano riusciti a passare – con semaforo verde – anche sotto mentite spoglie. Del caso si è interessato – nei giorni scorsi, come riportato sulle nostre colonne, anche il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, il pentastellato Nicola Morra, che informalmente aveva contattato il ministro Lamorgese affinchè potesse interessarsi in prima persona alla questione e così procedere secondo la legge. Il ministro dell’Interno ha risposto così alla chiamata ed è già a lavoro. Adesso starà alla squadra di tecnici che potrebbe arrivare a Palazzo Guerra valutare le eventuali soluzioni e verificare la validità o meno dei voti del 3 e 4 ottobre. A loro non potrà di certo essere inibito l’ingresso della casa comunale.

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