Quarantuno anni fa il terribile terremoto dell’Irpinia del 1980. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, originario di Potenza, ricorda quel giorno che – scrive – «non potremo mai dimenticare». E a ricordare quel 23 novembre 1980 c’è anche l’avvocato salernitano Manuel Gatto. «Roberto Speranza ricorda il terribile terremoto dell’Irpinia. Nella foto scelta dal Ministro si vede il volto di mio padre, il dottor Alfonso Gatto, all’epoca trentenne Segretario Comunale di Laviano, tra il Presidente Pertini e il Sindaco Torsiello. Attraverso i suoi racconti, spettatore di orribile tragedia e protagonista amministrativo dell’emergenza, ho avuto anche io, in minima parte, contezza di come il terremoto abbia lasciato ferite immani nell’anima e nei luoghi». Gatto aggiunge: «Nei racconti di mio padre mi rimane impresso nella mente un episodio di immenso dolore: una giovane mamma disperata con in braccio il suo figlioletto, purtroppo, privo di vita. Alla domanda di un carabiniere sulle condizioni del figlio, la signora rispose che stava dormendo per tenerselo ancora con lei, stretto tra le sue braccia. Mio padre, quella domenica, per umanità, chiese ai soccorsi di aspettare qualche ora prima di recuperare la salma». Quel famoso titolo de Il Mattino “Fate presto” e di ciò che disse l’allora Presidente Pertini, invocando gli aiuti, che l’avvocato Gatto spiega attraverso le parole del padre Alfonso: «Rimase colpito dal fatto che arrivarono prima i soccorsi dalla Svizzera e poi dall’Italia perché vi furono i noti ritardi nell’organizzazione della macchina dei soccorsi». «L’epicentro vero – racconta – fu la Sella di Conza, in Alta Irpinia, dove ci furono circa 300 morti ma fu data rilevanza mediatica a Balvano perché, trattandosi di domenica, cadde una chiesa mentre si celebrava una messa e ci furono anche lì delle vittime». Quella tragedia – ricorda l’avvocato Manuel Gatto – diede una spinta per la costituzione della Protezione civile».