di Daniela Pastore
Bambini sorridenti e zainetti colorati. Matite, fogli e disegni inequivocabilmente pieni di voglia di normalità. Voci ingenue ai megafoni che chiedevano di rivedere i compagni di classe, di andare al parco e di spegnere gli schermi. Così si è mostrata la piazza della cosiddetta “periferia” della città. Oggi anche Salerno si è fatta sentire aderendo allo sciopero indetto dai COBAS Scuola e Trasporto Pubblico Locale, per chiedere la riapertura delle scuole subito dopo le festività pasquali. Insieme ad altre 67 città italiane, genitori, insegnanti e bambini si sono ritrovati in piazza Caduti di Brescia per dire no alla Dad che sta profondamente “spegnendo” gli studenti di ogni ordine e grado. La didattica a distanza, ritenuta una misura emergenziale e non la soluzione della gestione della pandemia, deve rimanere solo un brutto ricordo, dicono gli organizzatori. Bisogna riportare gli alunni in presenza per garantire il diritto allo studio e per arginare la dispersione scolastica che registra numeri sempre più allarmanti. “La scuola è a scuola” anche qui in Campania, dove da circa un anno si ricorre alla Dad nonostante i dati registrati circa il contagio in classe. Basti pensare che su quasi 7000 studenti salernitani sottoposti al tampone, ne sono risultati positivi solo 12. Forse il problema è altrove. Ora che il Governo Draghi ha ribadito che la scuola è una priorità nazionale, si confida nella riapertura anche qui da noi senza se e senza ma.
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