Un gazebo per la raccolta firme per la delocalizzazione del Porto commerciale di Salerno e l’istituzione dell’assessorato al mare. Una battaglia che “La Nostra Libertà” in primis come associazione e poi come lista civica a supporto del suo presidente, Antonio Cammarota, candidato sindaco alle prossime amministrative cittadine del 2021 e attuale Presidente della Commissione Trasparenza, sta portando avanti fin dal 2008: “In quel periodo raccogliemmo migliaia di firme; riprendiamo questo percorso nell’idea della valorizzazione del porto commerciale di Salerno, spostato più a sud che significherebbe avere una retro portualità con un collegamento alla rete ferroviaria, all’autostrada e liberare la città del mare nella tenuta idrogeologica, nella sua viabilità e soprattutto nella sua antica bellezza – queste le parole di Cammarota. Il Mare è il destino, la forza e la moneta della città di Salerno e secondo l’aspirante futuro sindaco della città questa amministrazione deve essere cambiata per un nuovo rilancio: “Un’amministrazione che non ha neanche un assessorato al turismo e un assessorato al mare come centro unico delle decisioni per quanto riguarda le scelte legate a Salerno. Il ripascimento è un fatto positivo e va detto, è un valore aggiunto ma bisogna tutelare anche il mare dall’inquinamento; questa amministrazione non riesce neanche a deliberare in consiglio una mozione legata alla stazione ferroviaria come sede dell’alta velocità. E’ la peggiore amministrazione comunale che la città di Salerno ricordi e deve finire per poter rinascere” – conclude Cammarota.
Presente anche il promotore dell’idea dell’assessorato al mare: Francesco Vota. “Una petizione per la tutela del mare, il nuovo motore per la ripartenza della città. In tanti anni sono stati persi tantissimi posti di lavoro quindi, mettendo a raccordo tutte le attività connesse al mare, creeremmo un indotto importante, una nuova luce. Non dimentichiamo che la figura dell’assessore al mare è presente nelle maggiori città italiane che si trovano proprio sul mare. Ma oltre a ciò andrebbe anche rivalutata la zona industriale ormai desertificata. Il comune dovrebbe essere promotore nello sviluppo e nella crescita della città ma non lo è affatto”.
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