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Di Giuseppe: “Rimboccarci le maniche e costruire un’alternativa per Salerno”

Quest’anno ci saranno le elezioni comunali a Salerno. Di battaglie ne ho fatte tantissime, sin dal liceo. Ora però, è il momento di guardare avanti.

Non possiamo continuare a lamentarci rispetto a tutte le cose che non funzionano, che non ci piacciono. Dobbiamo rimboccarci le maniche e costruire un’alternativa per Salerno. Un progetto politico è un progetto che abbia una solida piattaforma programmatica. In questi anni con il Meetup di Salerno abbiamo lavorato ad una miriade di idee. E dobbiamo aggiungerne delle altre, coinvolgendo tutta la cittadinanza. Perché il mondo sta cambiando. Lo smart working sarà regola. L’ambiente è il grande tema internazionale. Di questo, e di altro, bisogna occuparsene anche a Salerno. Non bastano le parole. Servono azioni concrete che l’amministrazione comunale della nostra città non ha mai attuato. E non mi pare si stia preoccupando molto del futuro. Si pensa solo ed esclusivamente agli interventi quotidiani. E anche su quello ci sarebbe tantissimo da dire. Ma limitiamoci alla visione. Qual è la visione politica di costoro su Salerno? Francamente, sono stanco di vedere la politica mortificata di giorno in giorno. Un buon amministratore deve immaginare ogni anno la città del futuro.

Ho messo in campo una proposta in questi giorni, su cui sto raccogliendo diverse riflessioni: la città del quarto d’ora. Se ne sta parlando in tutto il mondo. Voglio portare questo tema anche a Salerno: immaginare una città in cui entro quindici minuti dalla propria casa, a piedi o in bicicletta, si possano raggiungere tutti i luoghi nei quali svolgiamo le attività quotidiane. Sport, lavoro, formazione. Immagino uffici di smart-working in ogni quartiere della città, che svolgano anche la funzione di aule-studio rivolte ai nostri giovani della città. Pensateci, da quanti anni si chiedono spazi in città? Non c’è neppure una biblioteca comunale.

È un’idea ambiziosa, lo so bene. Ma è un’idea che si sposa anche con la sfida ambientale. E poi, ridurre i flussi di veicoli in città, migliorerebbe drasticamente la vita di ogni cittadino. Dobbiamo ripensare al ruolo delle città, riportando Salerno in una sua dimensione più umana. Qualcuno dirà che è un sogno.
Io lo chiamo semplicemente futuro.

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