Sistema Salerno, “dal 2007 al 2015 oltre 9 milioni alle coop”

Oltre 9 milioni di euro dal Comune dal 2007 al 2015 per le cooperative di Zoccola. Era lui, inoltre, il riferimento dal carcere di D’Agostino: «Rivolgetevi per far assumere amici». E’ la testimonianza del maggiore Fausto Iannaccone della Dia nell’ambito della tredicesima udienza del processo sul Sistema Salerno che vede imputati, tra gli altri, Zoccola e il consigliere regionale Nino Savastano. Dal 2016 gli occhi della Dia sono stati sulle coop e sui vari intrecci e sugli affidamenti. «Erano inizialmente affidamenti diretti a cui faceva seguito sempre una proroga, per evitare una nuova procedura. – spiga Iannaccone –  Altro espediente usato dall’ente era la divisione in lotti per cui per esempio la pulizia di un parco non viene appaltata interamente per l’intero parco ma questo viene diviso in tante unità con affidamenti massimo da 150 mila euro, cioè sotto la soglia dei 200 mila che imponeva la legge all’epoca. Non c’era – sottolinea Iannacone – evidenza pubblica ed il privato non poteva partecipare e tutto restava agli affidi diretti e alle proroghe». Poi i rapporti con la criminalità, così come ricostruito dalla dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Adamo Pisapia che tirano in ballo Zoccola e le diverse assunzioni nelle coop da lui gestite. Persone, secondo la Dia, vicine ai clan Panella, Viviano e D’Agostino.  ”Anche nelle Partecipate del Comune ci sarebbero infiltrazioni ed assunzioni ad hoc – riferisce sempre Iannacone stando all’informativa del 2016 – mentre secondo “collaboratori” Zoccola era stato anello di congiunzione tra clan D’Agostino e criminalità potentina”. Il processo ora è  tutto rinviato a novembre ( il 6 ed il 13) quando saranno sentiti come testimoni il sindaco Enzo Napoli e l’ex dirigente Felice Marotta. 

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