“Proprio quando tutto il pianeta celebra i Siti Unesco, la Regione Campania “festeggia” a modo suo il World Heritage Day: tagliando un pezzo di patrimonio mondiale della Costiera amalfitana, per regalarlo alla cementificazione privata” – così inizia un articolo di ecostiera.it ottimamente redatto da Maria Rosaria Sannino e che potrebbe essere redatto come manifesto del pensiero unico di chi ha ritenuto vergognoso e squallida la decisione la decisione del Consiglio regionale campano sull’approvazione della variante al Piano urbanistico territoriale di Cetara.
Riportiamo il resto dell’articolo della Sannino:
“Ignorando completamente tutti gli appelli arrivati dalle maggiori associazioni ambientaliste presenti sul territorio, il Consiglio regionale ha approvato la variante al Piano urbanistico territoriale di Cetara, che dà via libera alla costruzione di 30 nuovi alloggi in un’area verde adiacente l’antico borgo. Lo ha fatto per giunta nella stessa seduta del 18 aprile, dove paradossalmente ha approvato pure una proposta di legge per la “promozione della diffusione dell’impegno civico e politico dei cittadini campani”. Una discussione lampo, infilata dentro altri 13 punti all’ordine del giorno, per cancellare terrazzamenti e uliveti che fino a poco tempo prima erano rigidamente soggetti a tutela. Sacrificati adesso, con tanto di parere favorevole della Soprintendenza di Salerno, alla sedicente necessità di nuove abitazioni per la popolazione in aumento. Nonostante gli ultimi censimenti Istat certificano un calo costante dei residenti, che sono passati nel giro di pochi anni a meno di 2000 abitanti, a fronte dei 2400 previsti dal Piano Urbanistico Comunale. E così con 22 voti favorevoli e soli 5 contrari, la maggioranza che sostiene il presidente Vincenzo De Luca ha letteralmente “asfaltato” le opposizioni, che si erano intestate le perplessità arrivate dalla cittadinanza attiva e dalla società civile. La delibera è stata presentata in aula dal braccio destro del governatore Pd, Luca Cascone. Come presidente della Commissione regionale urbanistica, ha difeso una scelta che imbarazza non poco la nuova dirigenza del Partito democratico. Dicendo che «il parere ambientale è rinviato a dopo l’approvazione della variante del Put, e il parere del Ministero dei beni culturali si è già ottenuto con prescrizioni». Si è trattato di una vera prova di forza della politica trasversale che sta egemonizzando le istituzioni locali, per fermare la quale resta l’ultimo baluardo del ricorso alla magistratura, alla quale Italia Nostra ha già annunciato sottoporrà l’intera vicenda”.
Ma oltre ad Italia Nostra sono tante le entità associative e politiche che vogliono intraprendere una vera e propria battaglia contro questa ennesima cementificazione che dopo aver distrutto Salerno continua nella sua provincia. Tra le prime ad alzare la voce c’è il movimento Exit – Sovranità per l’Italia per voce del suo coordinatore salernitano Cesare Guarini: “È davvero un peccato anzi è una vergogna! A pochi anni dall’abbattimento del mostro Fuenti si ritorna a cementificare nella nostra costa Amalfitana annoverata tra le meraviglie del Mondo. Bisogna difendere il nostro territorio dagli abusi” – ha sottolineato Guarini.