Il consigliere di Fdi vuole risposte concrete sull’effettivo utile di bilancio nella fusione delle società in house e sul reale recupero dal no alla rottamazione cartelle
di Mirko Cantarella
E’ Mimmo Ventura, consigliere d’opposizione di Fratelli d’Italia a “scaldare il consiglio comunale” ponendo in primo piano due punti fondamentali ovvero, del perché del no alla rinuncia della rottamazione delle cartelle esattoriali ed il punto 6 all’ordine del giorno ovvero il piano ordinario di revisione delle partecipazioni detenute dal comune di Salerno alla data del 31 dicembre 2021. L’assessore al Bilancio Paola Adinolfi, prima di “scappare per problemi personali” dalla seduta consiliare, ha spiegato che per ragioni di cassa il Comune ha deciso di non aderire allo stralcio integrale delle cartelle esattoriali fino a mille euro in quanto il valore delle cartelle Equitalia al 2015 è pari a circa 43 milioni di euro dei quali 29 milioni fanno parte dell’interesse dello stralcio per cui in considerazione di una riscossione minima del 3% sono migliaia di euro persi ogni anno. In base a ciò Ventura ha dichiarato se il Comune è in grado di recuperare questi soldi e se questi vengano quantificati nel bilancio di attività. Il referente di Fratelli d’Italia su questa situazione storce un po’ il naso e vorrebbe chiarimenti maggiori. Sul discorso delle partecipate il Consiglio comunale si è espresso positivamente all’inserimento di tutte le società in house in una sola holding in primis Salerno mobilità. Secondo l’assessore Adinolfi, questo creerà un importante risparmio sulle casse comunali perché si eviterà di dare all’esterno servizi di consulenza. L’intervento di Ventura pone un quesito importante ovvero se in questo risparmio: “il comune toglierà tutti i presidenti e consiglieri di amministrazione o, anche in questa unione si farà un unico caseificio?” Nella sua energia e simpatia, come Ventura ci ha abituato, ai due problemi non ha ad oggi avuto risposte concrete.