Azione è l’unico progetto politico in grado di dare realmente seguito all’Agenda Draghi

di Alessandra Senatore (Direzione Nazionale Azione)

All’indomani del triste epilogo del governo guidato da Mario Draghi, l’unica preoccupazione dei politici politicanti resta quella di come garantirsi una poltrona nella prossima legislatura. Già sono iniziate le manovre sui possibili accordi e accordicchi per stabilire assetti e chi la farà da padrone nelle varie coalizioni, incuranti del grave danno che è stato inferto alla credibilità di questo paese ripudiando l’Italiano più illustre della politica nostrana a livello internazionale.


Nel frattempo alcuni dei principali esponenti dei partiti irresponsabili fautori di questo scempio, prendono le distanze dallo spettacolo indecoroso che si è consumato in Parlamento a danno del futuro degli italiani, rendendo quanto mai evidente che c’è un limite a tutto. Dal canto suo il PD continua a non avere altra preoccupazione che arginare ad ogni costo l’avanzata degli Unni del centro destra, non avendo evidentemente ancora imparato dagli errori del passato che hanno fatto non pochi danni, uno per tutti il Conte bis con tutto ciò che ne è derivato.


Insomma in questo scenario avvilente figlio, legittimo di una legislatura infausta, a me pare piuttosto evidente che l’unico partito serio, degno di potersi intestare il compito di dare seguito all’eredità dell’ormai nota Agenda Draghi, è Azione guidata da Carlo Calenda e Matteo Richetti. Un partito che naturalmente incarna i temi e le politiche che, in questi mesi di governo Draghi, hanno rappresentato la via di uscita per il paese da uno stallo decennale, con l’avvio di riforme fondamentali che vanno perseguite con forza malgrado il triste epilogo di questo esecutivo.


E non solo, di fatto Azione ne attua anche il metodo – quello che Draghi ci ha mostrato in questi mesi – quello di un pragmatismo programmatico fondato, appunto, sull’azione e sulla definizione di soluzioni realistiche ai problemi complessi che il presente e il futuro prossimo ci prospettano.

Crisi energetica, transizione ecologica, inflazione e crescita delle disuguaglianze sono ormai emergenze che richiedono interventi decisi e razionali e in questo bailamme politico Azione è l’unico soggetto che dalla sua fondazione si preoccupa in primis di fornire risposte serie agli Italiani ormai esasperati dai cinici e scellerati giochi di palazzo.

Le persone non ne possono più di una politica che ha come suo unico fine l’occupazione di posti di potere e la gestione del consenso fondata sull’elargizione di paghette e bonus elettorali che di fatto non risolvono i problemi veri delle imprese e del lavoro. Un’intera generazione defraudata di opportunità serie a cui il meglio che si è saputo prospettare è il reddito di cittadinanza o di fare i Navigator.

È il momento che tutti gli elettori, soprattutto quelli che sfiduciati non si recano più alle urne, prendano atto che non è il momento della rinuncia. Bisogna alzare la testa e guardare con attenzione a quello che accade, avendo la lucidità di capire che la stragrande maggioranza di questa classe dirigente irresponsabile va sostituita, non è più tempo di assecondare questa inerzia.

È a questa Italia seria, fatta di persone che lavorano, producono, studiano e faticano a rincorrere le scadenze – in uno Stato che è troppo presente con una burocrazia ingombrante e inefficiente ed una tassazione pesante e inefficace, perché incapace di sostenere una corretta redistribuzione – che la politica deve rivolgere una chiamata alle armi in termini di partecipazione.


È a questa parte del Paese che Azione chiederà fiducia affinché nel prossimo parlamento nazionale – per altro già mutilato nella rappresentanza – possano sedere persone competenti e capaci di governare.

Scegliere bene chi ci governerà, soprattutto in questa delicata fase storica delle democrazie occidentali, è fondamentale. Le parole chiave dell’imminente campagna elettorale saranno: competenze, proposte sostenibili, visione chiara della collocazione Europeista ed Atlantista del nostro Paese. Questo diremo alle persone nei prossimi due mesi in cui illustreremo le nostre proposte di governo e la nostra idea di Paese.

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