Brigida Vicinanza
Tutto parte dalle richieste di tre imprenditori (uno di Salerno, uno di San Giuseppe Vesuviano e uno di Roma) per farsi ”raccomandare” a Salerno e in Prefettura per ”smuovere” gli iter burocratici per spostare la sede legale da Napoli a Salerno (che secondo i tre sembrerebbe quasi un’oasi felice), di un consorzio che a Napoli aveva difficoltà a decollare. Fino ad arrivare – tramite uno degli indagati, Umberto Inverso – alla coppia formata dall’ex pm Roberto Penna e l’avvocato Gallevi. Penna, finito questa mattina agli arresti domiciliari, definito nell’ordinanza “napoletana” firmata De Lellis ”deus ex machina” si è reso protagonista insieme alla compagna di un vero e proprio gioco di potere. La donna, che secondo Inverso poteva fare al caso loro (in quanto legata da rapporti in Prefettura) ottiene così incarichi professionali tramite un altro ”amico” di Inverso: Rainone che – ricordiamo – non è indagato, ma parte lesa. ”Vedremo cosa ne uscirà per te…”: a parlare è proprio Penna al telefono con la compagna (alludendo ai possibili lavori, incarichi o favori alla donna) dopo l’incontro avuto in Procura con uno degli imprenditori indagati per avviare la “collaborazione” definita ”illecita” nell’ordinanza. Ed è proprio dalle intercettazioni che va a delinearsi il volto di un vero e proprio ”patto” tra il pm e gli imprenditori per ”colpire” il loro “rivale” sul territorio. Sul piatto – infatti – alcune indagini risultate appetibili – agli occhi dell’ex pm – proprio per portare avanti l’azione “pressante” nei confronti degli imprenditori salernitani: il ripascimento del litorale in zona orientale e alcuni presunti abusi edilizi sul territorio di Pontecagnano…