Di Luigi Cerciello
In queste ore si rincorrono in particolare sui social gli improperi contro la classe dirigente del centro destra non tanto per l’epilogo, ma per la pessima gestione fatta dai leaders di centro destra.
Supponiamo che la sinistra abbia un serio problema: per la prima volta da quando esistono non sono in grado di eleggere un Presidente della Repubblica della loro area; supponiamo che, avendo loro nelle retrovie politici di esperienza questi gli dicano: “ragazzi questa battaglia non possiamo vincerla ma possiamo non perderla” ecco dunque iniziare un gioco fatto di strategie atte a sfinire e ridicolizzare il centro destra che come tutti sanno da sempre ha un grosso problema tra i leaders di far vedere chi ha più testosterone e oggi anche di essere un po’ esibizionisti. Ecco quindi avete capito cos’è successo? Mentre qualcuno correva avanti e indietro in buona fede tra un palazzo ad un altro come un messaggero qualcun altro muoveva i fili: tutti vogliono Casini, poi qualcuno dice di no; tutti dicono Belloni, poi qualcuno dice no e così via. Si arriva così al compimento finale del piano, il cesello del maestro: La Casellati. Donna, di centro destra, moderata, seconda carica istituzionale dello Stato: il candidato perfetto. E qui si chiude la trappola perché tutti dicono di sì la stessa Elisabetta Alberti Casellati ci crede fortemente convinta com’è dal pifferaio di Hamelin che in tanti l’avrebbero seguita. Qualche vecchia volpe nelle retrovie però c’è anche nel centro destra, fiuta l’inganno e avverte i kingmakers i quali euforici ed inebriati da telecamere e con dietro i soliti codazzi di insipienti non ascoltano. Ricordiamoci che il centro destra conta circa 450 preferenze ma ne servono 505 per essere eletti Presidente della Repubblica. Ebbene si va al voto ed ha mancare sono stati non solo i 40/50 voti dei partiti minori di centro destra ma anche qualche altra decina di franchi tiratori sempre presenti in ogni partito. La Casellati purtroppo, forse anche per un po’ di vanità, non si è preoccupata più di tanto di verificare i numeri né di sondare gli umori, eppure bastava sentire i malumori, le dichiarazioni fatte qua e là che lasciavano intendere come sarebbe finita (male). Ebbene la Casellati è stata strumentalizzata per far fuori il centro destra e ci sono caduti tutti, Casellati in primis. Risultato finale è un centro destra spaccato che non può vantare, come impropriamente e stoltamente è andato sbandierando fin dall’inizio, di aver diritto di esprimere il primo nome per la Presidenza della Repubblica e quindi si vedono costretti a dover ripiegare sui voleri del centro sinistra che non avendo mai (furbescamente) proposto un nome chiedono la riconferma di Mattarella che era quello che volevano fin dall’inizio non avendo di meglio e non volendo assolutamente Draghi: fine della storia fine del QuirinalGate…e Mattarella? Beh non essendo riuscito nella staffetta con Draghi cos’altro poteva fare in questa sorta di asilo infantile? Bere o affogare! E la Meloni? La Giorgia nazionale da sempre gioca la sua partita in solitaria ed in solitaria finirà nonostante la coerenza e la determinazione e le sue indubbie capacità fin tanto che non capirà che oltre certi numeri non potrà mai andare, numeri che purtroppo la relegano all’opposizione all’infinito a meno di uno sconvolgimento apocalittico; i 5 stelle? Loro hanno salvato la poltrona (la cosa a cui tenevano maggiormente) e Gigino Di Maio è riuscito a far finire nel trappolone anche l’odiato amato Conte suo eterno avversario ora additato assieme a Salvini come inadatto al ruolo di leader di partito e quindi se ne chiede un passo indietro. Chapeau al centro sinistra che pur senza avere niente in mano e con dei leaders non molto diversi da quelli del centro destra ancora una volta ha fregato tutti! Chapeau a Gigino che con i fedeli “compartiti” scaraventati al Parlamento dalle più varie esperienze è riuscito nel Conte-Trappolone; Chapeau a Draghi e Mattarella che la seconda volta non falliranno: glielo chiede l’Europa!