Piero De Luca: “Centrodestra? Loro nome divisivo, non ha diritto di prelazione su proposta”

di Brigida Vicinanza

Il vicecapogruppo del Pd alla Camera verso il voto per il Capo dello Stato: “Niente passi falsi, questo è un anno cruciale per la buona riuscita del Pnrr. La richiesta e l’erogazione delle risorse è condizionata al raggiungimento di numerosi e stringenti obiettivi intermedi e finali. Il Presidente dovrà avere vocazione europeista ed atlantica”

Dalla scelta del Presidente della Re- pubblica, che cambierà il volto del Paese, al Pnrr per valorizzare e recuperare al meglio (anche) il Mezzogiorno. Si aprono riflessioni, valutazioni e voti: a lavoro – in questi giorni – anche il deputato dem, vicecapogruppo del Pd alla Camera, Piero De Luca. Con un’idea chiara: il Paese ha bisogno di una figura di altro profilo istituzionale come Presidente della Repubblica. Niente passi falsi e anche uno sguardo lungimirante sul futuro dell’Italia che si accinge a cambiare prospettive dopo il Covid che ha lasciato gran parte dei cittadini e delle realtà in crisi sociale ed economica.

Cosa si aspetta l’onorevole Piero De Luca, post pandemia, in un’ottica di rilancio del Paese?

“Il 2022 è un anno cruciale non solo per provare a superare definitivamente la pandemia, ma anche per la buona riuscita e l’efficace esecuzione del Pnrr. Sarà indispensabile tenere sui binari giusti il con- voglio di investimenti e riforme del nostro Recovery Plan, che deve portarci a costruire nei prossimi anni un Paese diverso, più moderno, più equo e coeso, finalmente competitivo. Bisogna però essere chiari e franchi. Non possiamo fare passi falsi al riguardo. La richiesta e l’erogazione delle risorse è condizionata al raggiungimento di numerosi e stringenti obiettivi intermedi e finali. Questi milestones e target impongono di procedere a ritmi serrati sia con le riforme che con l’attuazione degli investimenti previsti, per ottenere i fondi su base semestrale, ma anche per continuare a garantire al percorso di rilancio quella credibilità che tutti i partners europei ci chiedono. Un insuccesso del Recovery Plan sarebbe un fallimento dell’Italia e porterebbe nubi scure sul nostro futuro”. (continua..)

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