di Andrea Pellegrino
Dal rapporto con Vincenzo De Luca fino allo sgarbo subito dopo le elezioni regionali e il passaggio nel centrodestra a sostegno di Michele Sarno, già suo legale di fiducia. Vittorio Zoccola parla e descrive ciò che è accaduto negli ultimi anni a Palazzo di Città. Il suo impegno a favore della causa (politica) deluchiana fino al distacco e all’«adesione» al centrodestra. Colpa della gestione di quel che definisce ‘cerchio magico’ all’interno del quale ruota anche il deputato dem Piero De Luca, primogenito del governatore. Tutti, ricordiamo, non indagati. Il riavvicinamento con Savastano, dopo anni di rapporti freddi, e il suo sostegno alle scorse regionali che hanno poi portato l’ex assessore alle politiche sociali a Napoli sotto la bandiera di “Campania Libera”. Ma ancora il patto di sangue con Franco Picarone (non indagato) che emerge anche dalle carte del Gip che hanno portato, due settimane fa, proprio all’arresto in carcere di Zoccola e Savastano e Luca Caselli (dirigente del settore ambiente) ai domiciliari. Tutti e tre attendono ora le decisioni del riesame che dovrebbe esprimersi per misure meno pesanti, soprattutto nei confronti di Zoccola, imputato numero uno e ‘ras’ della gestione delle cooperative in città. Amici dal 1989 con De Luca, ossia da quando non aveva indossato ancora la fascia tricolore: svela Zoccola che poi traccia la mappa delle cooperative con conseguenti riferimenti politici. C’è anche la Socofasa che farebbe riferimento – pare – allo stesso Savastano. Coop finita già sotto i riflettori nell’ambito dell’operazione “Tortuga” messa in atto dalla Guardia di Finanza nel porto di Salerno, lo scorso maggio. Ma ancor prima nel 2015 dai banchi consiliari si era sollevata una polemica relativamente ad un presunto bando ad hoc destinato proprio alla Socofasa.