Coop e i voti divisi. Zoccola: “Io garantivo l’equilibrio”

di Vincenzo Pisaturo

Fiorenzo Zoccola spiega anche il ‘sistema’ dei voti e come venivano ripartiti tra i vari candidati: i meccanismi, infatti, cambiavano in base alle elezioni regionali o per le comunali. Le cooperative sociali si trasformavano così in serbatoi di voti con i rispettivi dipendenti chiamati a votare i politici indicati. “L’indicazione 70/30% (70 per Savastano, 30 per Picarone, ndr) la ricevetti a giugno direttamente da Vincenzo De Luca che incontrai casualmente. In quella circostanza dissi al presidente che mi ero riappacificato con Nino Savastano e pertanto gli chiesi come dovevo comportarmi” risponde Zoccola alle domande dei inquirenti nel corso degli interrogatori, alla presenza dell’avvocato difensore Michele Sarno. Il riferimento è alle regionali del settembre 2020. Per la procura, Zoccola avrebbe sostenuto Savastano, poi eletto consigliere regionale nella lista ‘Campania Libera’. Zoccola conosceva tutti e, grazie ai suoi rapporti, garantiva “gli equilibri” delle stesse cooperative con l’Ente comunale affinché venisse garantito “che tutti potessero lavorare”. Precisa, poi, la differenza tra le elezioni regionali e quelle comunali. Infatti, “giacché alle regionali vi è una pluralità di indicazioni di voto che proviene sia dai riferimenti in consiglio comunale delle cooperative che da coloro che sono rappresentanti alla Regione. Alle comunali, invece, ogni cooperativa agisce per conto suo e fa riferimento al suo rappresentante in consiglio comunale”.

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