Secondo giorno di proteste al Comune di Salerno. In 160 rischiano il proprio posto di lavoro
Nessuna rassicurazione da Palazzo di Città. Un dipendente: “Non abbiamo più una guida”
di Vincenzo Pisaturo
“Vogliamo solamente continuare a lavorare”. E’ questo quello che chiedono i circa 160 dipendenti delle 8 cooperative sociali del comune di Salerno, per ora, sospese dopo l’inchiesta giudiziaria che ha travolto Palazzo Guerra e che vede tra gli indagati (29 in tutto) anche il sindaco Enzo Napoli mentre per il consigliere regionale ed ex assessore alle politiche sociali Nino Savastano sono scattati gli arresti domiciliari, al pari del dirigente del settore Ambiente Luca Caselli mentre l’imprenditore Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, considerato al vertice del ‘sistema’ delle coop, si trova agli arresti in carcere: secondo la procura avevano messo in piedi una organizzazione tesa a truccare gli appalti pubblici legati ai servizi di manutenzione del verde pubblico, grazie alla fitta rete di rapporti tra politici, funzionari pubblici e mondo dell’imprenditoria.
Da due giorni, i lavoratori sono in presidio sotto i portici del comune: lunedì, alle ore 9, è iniziata la pacifica protesta nel tentativo di chiedere un incontro con il sindaco Napoli che, dalla sua, da oltre dieci giorni non parla alla città né alla stampa, trinceratosi al secondo piano del ‘Palazzo’ con la prima giunta comunale che s’insediava mentre giù, davanti al cancello d’ingresso della casa comunale, gli agenti della polizia municipale negavano l’accesso ai cronisti. “Se non avete un appuntamento non potete entrare” la telegrafica spiegazione, poi la versione più morbida dell’ufficio stampa del comune che ricordava che “non vi erano in programma manifestazioni pubbliche tali da giustificare la presenza dei giornalisti”. Mentre le ore passavano e i lavoratori attendevano che qualcuno scendesse a tranquillizzarli, i neo assessori nominati guadagnavano velocemente l’ingresso lanciando solamente qualche sorriso con i giornalisti a cui, invece, in quel momento si stava negando il lavoro e il diritto d’informazione. Ma la seconda giornata di sit-in e di ‘assedio’ dei giornalisti sotto al comune ha registrato anche il cambio location della conferenza stampa, in programma alle ore 10 nella Sala del Gonfalone, per la presentazione della prima edizione di ‘Salerno Classica’ (otto concerti che si svolgeranno descrivendo un ideale percorso tra i grandi monumenti delle due grandi rettorie di San Benedetto e San Giorgio per poi concludersi in Cattedrale), spostata di corsa al Bar Umberto. “Disposizioni dell’amministrazione” ha comunicato l’organizzazione, dopo il confronto con il comune.
Aria tesa a Palazzo, incertezza anche tra i dipendenti delle coop come Luigi che rivendica “il diritto al lavoro” perché “ci sono tante famiglie che hanno necessità di avere la sicurezza dello stipendio a fine mese”. “Da lunedì mattina siamo stati sospesi, siamo anche scesi e poi ce lo hanno detto. Poi nessuno ci ha spiegato come sta la situazione, quando potremo tornare a lavorare come facevamo tutti i giorni con onestà – dice Luigi, in forza nelle unità di manutenzione del verde nei rioni collinari – nessuno dal comune ci ha rassicurato, avanziamo qualche stipendio perché devono pagare ancora le fatture degli ultimi tre mesi”. “L’inchiesta? Noi non vogliamo sapere niente, noi la mattina ci alziamo e andiamo a lavorare. A chi dice che ci hanno minacciato per andare a votare, dico che non è vero e mai nessuno ci ha chiesto niente. Siamo persone che lavorano con dignità, categorie svantaggiate e i nostri stipendi arrivano se tutto va bene a poco più di 1000 euro. C’è qualcuno che non prende nemmeno la metà perché lavora qualche ora al giorno. Questi come devono fare?”. Preoccupazioni a cui, per adesso, nessuno ha saputo dare risposta. Bocche cucite al comune, il destino dei lavoratori rimane legato alle belle giornate e agli sviluppi dell’inchiesta ma il coro bi-partisan è quello di far continuare a lavorare i dipendenti delle coop perché “non devono pagare colpe non loro”. Le strade, nel frattempo, sono sporche come si evince anche sul lungomare e nei quartieri della città. I servizi, per ora, sono fermi al palo come la manutenzione per le scuole, per quanto spetta al comune, e in strada. C’è chi è fermo e chi sta continuando a lavorare ma c’è il rischio che si potrebbe arrivare ad un blocco di tutti i servizi.
Responsabilità penali, politiche e sociali. Se da un lato la magistratura sta facendo il suo corso facendo luce sul ‘sistema’ venuto fuori dalle intercettazioni, e le ultime scelte assunte dal sindaco Napoli che ha escluso dalla giunta la ‘pattuglia’ dei Progressisti per Salerno, con i big Loffredo, De Maio e Caramanno (per opportunità politica o c’è di più?) e il ricorso ai tecnici per uscire dall’impasse ed iniziare la seconda consiliatura, quella sociale appare, in questo momento così delicato, forse la più importante perché c’è il destino di centinaia di famiglie a cui bisognerebbe dare una risposta e, probabilmente, anche un segnale di concretezza.
“Non abbiamo una guida” aggiungono i dipendenti sotto al comune che sono allo sbando senza sapere come poter proseguire il proprio lavoro. E di guida, in questo momento, ce ne vorrebbe una anche per questa nuova amministrazione, votata dai cittadini, che ancora deve insediarsi ufficialmente a pieno regime e che già parte nel silenzio e nell’anonimità dell’iniziativa politica.