Sistema coop, oggi gli interrogatori: davanti al gip Savastano e Caselli, poi Izzo e Coscia

E’ previsto alle ore 9.15, di questa mattina, l’interrogatorio di garanzia, slittato nei giorni scorsi a causa di un difetto di notifica, per il consigliere regionale ed ex assessore alle politiche sociali al comune di Salerno Nino Savastano, finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta della procura sugli appalti truccati e il sistema delle coop che facevano capo all’imprenditore Fiorenzo Zoccola (arrestato in carcere), detto Vittorio. L’esponente di Campania Libera, la lista civica del governatore De Luca, si presenterà alla cittadella giudiziaria accompagnato dall’avvocato Cecchino Cacciatore: l’ex assessore parlerà davanti al gip Gerardina Romaniello per chiarire la sua posizione in merito alle accuse mosse dalle indagini coordinate dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Non si avvarrà della facoltà di non rispondere, Savastano è accusato di corruzione politica. E’ tra i 29 indagati finiti nell’inchiesta (in cui figura anche il sindaco Enzo Napoli) che truccavano gli appalti al comune di Salerno, favorendo sistematicamente, grazie alla fitta rete di rapporti tra politica, funzionari pubblici e imprenditori, le coop sociali di Zoccola che, in cambio del sostegno elettorale alle scorse elezioni regionali 2020, chiedeva informazioni preventive per assicurarsi i bandi per l’affidamento dei servizi di manutenzione dei parchi pubblici, delle strade e delle spiagge, anche in piena emergenza sanitaria quando gli stessi parchi erano chiusi. Chi ‘sistemava’ le delibere comunali e gli atti amministrativi era il dirigente comunale del settore Ambiente Luca Caselli (difeso dall’avvocato Marco Salerno), anche lui ai domiciliari, che si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip. Nelle intercettazioni contenute nelle circa 300 pagine dell’ordinanza, emergono i particolari dei rapporti stretti tra gli indagati che operavano per pilotare le gare per l’aggiudicazione dei servizi di manutenzione del patrimonio comunale di Salerno al fine di favorire le rispettive parti: Zoccola, durante le elezioni regionali, organizzò un presidio fisso davanti ai seggi del quartiere Mariconda per ‘sorvegliare’ le operazioni di voto, finanche indicando i rappresentanti di lista all’interno dei seggi. Il suo contributo elettorale a favore di Savastano non si ferma solo a Salerno ma prosegue in diversi comuni della provincia, Siano, Sant’Arsenio e Cava de’ Tirreni dove il capo delle coop – secondo la procura 8 farebbero riferimento a lui – organizzava incontri con imprenditori del posto per ricevere sostegno in termini di voti. Un articolato sistema di cooperative messo in piedi in oltre lunghi venti anni: il primo affidamento risale già al 1991. Saranno ascoltati, in giornata, oltre al consigliere regionale Nino Savastano, anche gli altri indagati dei due filoni giudiziari in corso: già sentito Patrizio Stompanato, accompagnato dall’avvocato Mario Turi, poi sarà la volta di Dario Renato Citro e Vincenzo Landi (difesi dall’avvocato Michele Tedesco); di seguito Davide Minelli, Maria Grazia Mosca, Lucia Giorgio e Davide Francese, destinatari di una misura di divieto di soggiorno in città. Sono tutti amministratori delle società cooperative finite al centro dell’inchiesta e che risponderebbero direttamente a Zoccola. Il gip Romaniello sentirà anche i due arrestati di martedì scorso, e tutt’ora ai domiciliari, Gianluca Izzo e Umberto Coscia, accusati insieme di aver fatto pressioni di voto sui dipendenti della cooperativa ‘San Matteo’, con un audio whatsapp intimidatorio poi circolato in rete e denunciato alle autorità, a favore di Alessandra Francese, candidata nella lista dei Progressisti e moglie di Izzo che è amministratore della coop. Gli inquirenti vogliono capire se ci sono state altre circostanze in cui gli indagati avrebbero minacciato i lavoratori per ottenere il supporto richiesto alle ultime elezioni comunali. Mercoledì, invece, Vittorio Zoccola ha parlato per circa 8 ore (difeso dall’avvocato Michele Sarno) in un interrogatorio che si è rivelato investigatorio più che di garanzia e non si esclude che possa aver raccontato particolari utili alle indagini, in attesa di essere riascoltato.

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