di Brigida Vicinanza
Un intreccio di indagini, inchieste e denunce che partono da lontano. La lente di ingrandimento si era attivata anni fa, con l’inchiesta sugli affidamenti per i mercatini di Natale e il Villaggio di Babbo Natale. Poi le indagini non si sono mai fermate e la Dda è entrata nel merito di appalti, assegnazioni, bandi e determinazioni, mettendo sottosopra Palazzo di Città. Fino ad arrivare ad oggi, nell’inchiesta della Procura di Salerno che tira una linea e si intreccia con tutte le altre, segnando nel registro degli indagati 29 persone, di cui 3 finiti in manette (Savastano, Zoccola e Caselli). Un sistema ben radicato, fatto di rapporti, cene a scopi organizzativi, favori in cambio di voti e rapporti telefonici intensi per avviare procedure burocratiche atte alla formalizzazione degli appalti. Questo e tanto altro nell’inchiesta dalla quale (non si esclude) potrebbero partire altri filoni di indagini. Ma – come si legge nell’ordinanza del GIP Gerardina Romaniello – il tutto trova concordanza con le indagini già avviate dalla DDA. Tutto infatti finisce sotto l’elenco dei nomi ben noti (sempre gli stessi). I rapporti tra i presidenti di Coop e l’amministrazione sono fitti, tanto che lo stesso sindaco Enzo Napoli in alcune intercettazioni telefoniche lascia trasparire confidenzialità e quasi “amicizia” (“We Enzù buongiorno, scusami se ti disturbo, fammi un piacere su proroga cooperative parla tu con Caselli…” “Vittò ci mancherebbe altro, gli dico che sono servizi essenziali punto, cosa altro dovrei dire” si legge in alcuni stralci di intercettazioni tra il sindaco e lo stesso Zoccola). Il tutto troverebbe riscontro anche nella denuncia da parte di alcuni consiglieri comunali – tra cui Giuseppe Ventura – che avevano sollevato la questione degli affidamenti Coop dopo aver strappato di fatto con la maggioranza. Non si esclude in ultimo che la scintilla sia stata accesa proprio dai due audio girati durante il giorno delle elezioni del 4 ottobre sui quali gli inquirenti hanno comunque acceso i riflettori e che vedono protagoniste proprio alcune persone vicine agli ambienti delle cooperative sociali.
“Le investigazioni, consistite in intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali, riprese video, servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri, consulenze tecniche e acquisizioni di informazioni da parte di persone informate sui fatti, si sono snodate attraverso tre fasi, di cui due eseguite dalla Squadra Mobile di Salerno ed una dalla Direzione lnvestigativa Antimafia, che hanno redatto tre diverse informative riepilogative. Al presente procedimento è stato riunita l’altra inchiesta nel cui ambito procedeva Ia D.D.A. per le ipotesi di associazione a delinquere di stampo camorristico – si legge nell’ordinanza – finalizzata al compimento di reati contro la pubblica amministrazione nei confronti di diversi soggetti, tra cui alcuni degli odierni indagati. Le condotte emerse, infatti, nei due procedimenti sono apparse, strettamente connesse, sotto il profilo soggettivo che oggettivo, essendo le stesse relative ad affidamenti illeciti da parte principalmente dell’ amministrazione comunale di Salerno, sicchè il patrimonio investigative acquisito nei due procedimenti consente una visione sistematica dalla quale emerge la reale portata e gravità del contesto delittuoso analizzato, anche con riferimento al perdurare delle condotte illecite nel tempo”.