Un sistema collaudato per avere favoritismi sugli affidamenti diretti degli appalti pubblici per la manutenzione del patrimonio del comune di Salerno, in particolare del verde pubblico, in cambio del sostegno elettorale. Dall’inchiesta sugli appalti truccati a Salerno, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Borrelli, nella quale sono indagate 29 persone, tra cui il sindaco Vincenzo Napoli, il consigliere regionale Nino Savastano (agli arresti domiciliari), l’amministratore di alcune cooperative sociali Fiorenzo Zoccola (attualmente in carcere), l’ex presidente della Salerno Pulita Antonio Ferraro, trapelano i dettagli dell’accordo ipotizzato dalla Procura di Salerno tra Nino Savastano, consigliere regionale di ‘Campania Libera’ e Fiorenzo Zoccola, gestore di fatto di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno. Nell’ordinanza emessa dal gip di Salerno Gerardina Romaniello si parla di “un consolidato accordo corruttivo” tra Savastano e Zoccola, con il consigliere regionale, ex assessore del Comune di Salerno, che “stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola, garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali”. Savastano avrebbe ricevuto un importante sostegno elettorale alle elezioni regionali del settembre 2020, da parte di Fiorenzo Zoccola, risultando il più votato della lista in tutta la regione con oltre 16.000 preferenze: in cambio, l’amministratore delle coop “otteneva la promessa dell’aggiudicazione e della proroga degli affidamenti degli appalti di servizi pubblici banditi dal Comune di Salerno, appannaggio esclusivo delle società cooperative gestite dal medesimo ovvero dai suoi sodali”.