di MIRKO CANTARELLA
Domani 9 settembre, il candidato sindaco Elisabetta Barone aprirà ufficialmente la sua campagna elettorale in piazza Caduti di Brescia in zona Pastena dalle ore 19 insieme ai candidati delle liste che la sostengono. In un intervento a “Salotto Gastronomico” trasmissione social dell’avvocato Luciano Provenza, Elisabetta (come a lei piace essere chiamata; senza titoli ma da semplice cittadina) ha sintetizzato le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi e i primi suoi tre interventi in città: “La prima ragione che mi ha convinta a scendere in campo era la possibilità di avere un’alternativa democratica che ripristinasse quel fisiologico cambio delle parti all’interno di una città, di un amministrazione comunale. I primi tre interventi? Il primo riguarda la partecipazione democratica dei cittadini, dare ai cittadini la parola per le scelte politiche e un filo diretto con il sindaco e con l’amministrazione. La politica deve ritrovare gli spazi di prossimità e fare proposte. Creare le circoscrizioni come laboratori politici che segnalino ciò che non va ma che siano anche propositivi a dare delle proposte. Il secondo è una razionalizzazione dell’offerta culturale, pianificare eventi che abbiamo una coerenza e rispondano ad un disegno unitario. Il terzo è una razionalizzazione e raccolta dei rifiuti urbani oltre che la messa a punto del sistema della pulizia della città”.
Alla domanda diretta sul Crescent non ha tentennato nel dire che è orribile, un falso neoclassico. Quell’arae avrebbe meritato altro tipo di intervento ubanistico, più coerente con il fronte del mare di cui parlava Bohigas; è poco coerente con quel disegno di città e peraltro, con un finto neoclassico è un pugno nello stomaco perchè non esprime l’anima del mare; lì ci volava un edifico che parlasse del mare ma è tutt’altro; è totalmente un fuoriposto”.